Avvicinamento
Percorrendo la strada statale n.464, nel tratto compreso tra Spilimbergo e Maniago, giunti all'altezza di Sequals si imbocca la statale n.552 che in breve raggiunge l'abitato di Meduno. Dalla strada principale si piega a destra verso il borgo di Sottomonte e, lasciandosi guidare dal particolare campanile, ci si porta nel piccolo parcheggio adiacente dove si lascia l'auto (m 292, segnavia CAI sul muretto presso l'inizio del sentiero).
Descrizione
Appena dietro la chiesa si imbocca la mulattiera con il segnavia CAI n.819 che prende a salire su un tracciato sassoso e scavato dal ruscellamento. Il bosco è qui composto prevalentemente da
acero campestre,
acero di monte,
roverella e
castagno i cui tronchi risultano spesso ricoperti dai rampicanti. Seguendo i segnavia si procede tra due solchi torrentizi poi, lasciato a sinistra il bivio che sale alle case di Cilia, il sentiero piega decisamente a destra intersecando un piccolo rugo. In diagonale si percorre ora una specie di solco camminando nel bellissimo sottobosco di marzo punteggiato dai
pungitopo e dalle fioriture di
primula, viola e
polmonaria. Dopo una successiva ansa il sentiero riprende a salire con buona pendenza lungo la scarpata del
monte Ciaurlec. Il bosco appena descritto va progressivamente trasformandosi nella boscaglia termofila che riveste le pendici meridionali dove dense macchie di
carpino nero e
orniello si alternano alle prime radure. Con una piccola serie di svolte ed un paio di tornanti più ampi il sentiero si dilunga verso est attraversando boschetti di
nocciolo tra i quali spiccano gli arbusti del
corniolo facilmente riconoscibili grazie alla precoce fioritura gialla. Con una ultima svolta il sentiero inverte definitivamente la direzione percorrendo una specie di cengetta panoramica, affacciata sull'intreccio di coltivi che caratterizza la pianura tra Toppo e Meduno. Giunti in vista del ripetitore il sentiero svolta a destra e raggiunge in breve il ripiano di
casera Valinis (m 967). L’edificio, ben mantenuto, riserva una stanza aperta ed attrezzata con panca, tavolo e cucina economica.
Si prosegue ora in direzione est, attraversando il prato di fronte alla casera ed imboccando l'evidente corridoio di
noccioli che di lì a poco si inoltra verso il pianoro sommitale. Si tratta di un terreno ondulato da frequenti doline e disseminato spesso di affioramenti rocciosi rigati dal carsismo Alle specie arboree già ricordate si aggiungono ora il
sorbo montano e i primi
faggi mentre nel sottobosco fioriscono
bucaneve,
ellebori e
crochi. Dopo avere aggirato una recinzione il sentiero si sposta verso destra proseguendo a salire in diagonale in prossimità dell'orlo di un ripiano superiore dal quale ci si può affacciare di tanto in tanto. Si oltrepassa una insellatura presso il dosso Paladin a cui fanno seguito alcune ampie radure ed un paio di grandi doline. Prima di uscire definitivamente dal bosco il sentiero attraversa una zona particolarmente tormentata e ricca di sculture calcaree e lame rocciose. Progressivamente la pendenza diminuisce fino ad appianarsi quasi completamente in corrispondenza delle aride praterie sommitali punteggiate da
eriche e
ginepri. Giunti sul punto più alto del sentiero, prima di iniziare a scendere verso la vicina
casera Tamer, imboccare a destra il nuovo segnavia CAI n.850. Seguendo il solco del camminamento ci si avvicina al punto più alto del pianoro. La
cima vera e propria, di poco più alta rispetto alle elevazioni circostanti, è protetta da un castelletto di lame rocciose. Ancora pochi metri, resi malagevoli dalla conformazione del terreno, e ci ritroviamo sulla
piccola vetta del monte Ciaurlec contrassegnata da un semplice ometto con croce (m 1148). Il
panorama è limitato dai cespugli ma il dosso erboso poco prima della vetta risulta sgombro dalla vegetazione e offre una discreta visuale sui primi rilievi e sul corso del Tagliamento.
Dopo essere ritornati sui propri passi fino al bivio per la cima, si prosegue a destra scendendo in pochi minuti alla
casera Tamer (m 1115), sempre aperta ma dotata solo di uno spartano arredamento che comprende caminetto e panca con tavolo. A questo punto il nostro itinerario abbandona il segnavia CAI n.819 che scende sul versante settentrionale del monte (vedi variante) e utilizza invece il CAI n.850 per
casera Sinich che ci consentirà di rientrare con un percorso anulare. Poco prima della casera si imbocca quindi la traccia che traversa le pendici della quota 1145 uscendo presto su una panoramica radura. Sulla direzione indicata dai segnavia CAI si inizia ora a scendere decisamente dapprima nella boscaglia poi all'interno di una specie di solco disseminato di grossi massi. Intorno a quota 1000 il sentiero piega decisamente a destra traversando le balze orientali del monte con qualche modesto saliscendi che ci porta ad intersecare boschetti di
nocciolo frammisti a qualche conifera. Si cala così al piccolo ripiano che ospita la
casera Sinich (m 849), anch'essa aperta ed utilizzabile come semplice riparo. Dalla piccola costruzione si piega a destra riprendendo il sentiero che in moderata salita rientra nel bosco. Dopo alcuni piccoli saliscendi si esce su una conca prativa andando ben presto ad affiancare il filo spinato che delimita il vecchio poligono militare. Dopo un'ansa ci si innesta su una stradina sterrata che scende moderatamente verso le pendici del monte Davanti. Giunti alla marcata curva che la strada compie orientandosi verso il
Col Manzon, la si abbandona per seguire l'evidente sentiero che scende a destra verso la pianura. Oltrepassato un pulpito erboso si perde velocemente quota a svolte fino ad una radura dove la direzione si orienta definitivamente verso ovest. Imboccata la via del ritorno si scende dolcemente lungo una mulattiera lastricata che sta per essere trasformata in pista di esbosco. Con una lunga diagonale ci si riporta sopra l’abitato di Toppo (estese fioriture di
primula ed
erba trinità) innestandosi alla fine su una pista forestale che si esaurisce presso le case del paese. Tenendosi a destra e percorrendo la tranquilla strada asfaltata che unisce Toppo a Meduno saranno necessari poco più di 3 km per tornare al punto di partenza.
Variante in discesa verso i Piani di Gerchia
Disponendo di un secondo automezzo ad attenderci lungo la strada che unisce Gerchia a Campone è possibile effettuare la traversata completa del monte. In questo caso dalla
casera Tamer si prosegue lungo il segnavia CAI n.819 scendendo nei prati sottostanti. Giunti nei pressi della quota 1057 si piega a sinistra attraversando un bosco di faggio con massi affioranti. Si percorre ora un tratto a pendenza moderata compiendo alcune svolte tra enormi macigni dove la direzione non è sempre evidente Dopo una piccola conca il sentiero si orienta definitivamente verso destra (nord est) raggiungendo
casera Selvaz (m 845). La costruzione principale è stata risistemata ed offre la possibilità di un ricovero con stufa e suppellettili. Il sentiero inizia ora una lunga diagonale quasi in falsopiano su un tracciato più evidente che si esaurisce presso un costone. Da qui si scende più decisamente a svolte passando accanto alla cava fino a raggiungere la strada asfaltata in località Piani (m 673).
Fonte del Fornat e Cjamaratis
Il versante settentrionale del
Ciaurlec riserva qualche sorpresa per chi voglia avventurarsi fuori sentiero. Scendendo infatti da
casera Tamer verso i Piani di Gerchia (CAI 819), dopo circa 5 minuti si nota sulla sinistra una profonda gola. Qui si abbandona il segnavia per puntare a sinistra verso un vicino grande abete. Identificata la traccia la si segue fin dove questa inizia a divallare più decisamente. Cercate ora i bolli rossi che conducono, ancora a sinistra, in pochi minuti alla fonte del Fornat, racchiusa in una angusta gola (piccolo gradino scivoloso). L'acqua esce da una stretta galleria percorribile per qualche metro con l'aiuto di una torcia.
Riguadagnato il segnavia CAI, proseguite ancora a scendere lungo questo per un paio di minuti poi deviate liberamente a destra (fatelo prima che il sentiero 819 compia una decisa ansa verso sinistra). Dovreste trovarvi a divallare lungo una valletta di
faggi. Proseguite per qualche minuto puntando alle rocce che appaiono a destra dove dovreste individuare le prime aperture. Continuando oltre si possono visitare tutte le nicchie naturali e gli antri che qui sono stati modellati dal carsismo. Hanno forme e dimensioni varie, in qualche caso tali da offrire, come è successo nel passato, ricovero a persone.
Uno dei tracciati allegati a questa escursione mostra nel dettaglio le due deviazioni.
Variante in salita da Toppo - Sentiero Gianguido Maso
La recente istituzione del segnavia CAI n.850 (sentiero Gianguido Maso) offre la possibilità di guadagnare la vetta del
monte Ciaurlec attraverso un anello con partenza e arrivo da Toppo. Seguendo le indicazioni dell'
Anello di casera Davass, si sale a
casera Tamer portandosi poi, con una larga ansa, sulla vetta del monte Davanti. Da qui il segnavia scende moderatamente fino al ripiano della
casera Davass. Senza necessità di arrivarci, ad un bivio con cartelli, ci si tiene a sinistra rimontando su una spalla boscata da dove poi si cala sul versante opposto. Il sentiero si destreggia ora con qualche modesto saliscendi in un paesaggio dominato da radure inselvatichite, punteggiate da grandi
betulle. Dopo essere passati in una sorta di corridoio tra
noccioli, inizia l'aggiramento delle coste che caratterizzano il versante sud del Ciaurlec, dapprima entro la rada boscaglia e poi ai piedi di pendici erbose più spoglie. Progressivamente si entra nel solco di una valletta circondata da una caotica boscaglia carsica. Più in alto, piegando verso destra, si va a raggiungere il bordo di un profondo solco sul quale andremo infine ad innestarci. Seguendolo ancora per pochi metri, si esce ai piedi del colletto che costituisce la vetta del
monte Ciaurlec dove ritroviamo il sentiero già descritto.
La discesa avverrà poi sempre tramite il segnavia CAI n.850, passando per
casera Tamer alta e
casera Sinich.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Bosco