Avvicinamento
Lungo la statale 13 (Pontebbana), nel tratto compreso tra Moggio Udinese e Chiusaforte, oltrepassata la galleria prendere a sinistra la deviazione per Roveredo. Dopo avere scavalcato l’autostrada si raggiunge la piccola ansa con il ponte sul rio Simon dove si può parcheggiare comodamente (m 346).
Descrizione
L'escursione ha inizio in direzione di Roveredo, lungo la strada asfaltata che arriva fino alle case della piccola frazione. Un cartello indica a destra il punto in cui abbandonare la rotabile per salire verso il cimitero. Da qui ha inizio un ripido sentiero che si inoltra nella boscaglia e raggiunge una radura inclinata con stavolo. A monte della casa si ritrova la traccia che, a piccole svolte, tra
viole e globularie, confluisce nel sentiero CAI n.424. In diagonale si arriva presto al ripiano che ospita i ruderi di Rauni, annunciati da una cappelletta alpina (m 633). La presenza della
primula odorosa ci ricorda come queste zone un tempo fossero prative. Oltre alla classica indicazione CAI bianco-rossa, da Roveredo ci accompagna anche un segnavia bianco con cerchio blu. Il rumore della autostrada finalmente si attenua non appena il sentiero piega a sinistra per entrare nel vallone del rio Simon che ora percorreremo alti, sul suo fianco di destra orografica. Tra la vegetazione, molto più in basso, si intuisce la stretta fessura che segna l'inizio della suggestiva forra che attrae molti appassionati di torrentismo. Poco oltre si incontra il ripiano che ospita alcune croci in ferro battuto e il bivio con il sentiero CAI n.450 che sale a sinistra verso il
monte Pisimoni. Attenzione ora al punto in cui il sentiero compie una marcata ansa in corrispondenza di un impluvio. Poco prima di attraversare il solco, si lascia definitivamente il segnavia CAI per scendere verso la traccia che si stacca a destra (ometto e segnavia bianco e blu). E' questo il Troi da la Seate, un ardito percorso che scende verso il greto del rio Simon per poi rimontare alla radura di Conturate. Il sentiero è sempre ben evidente, ma richiede grande attenzione poiché corre in modo pressoché continuo sopra alti dirupi, spesso esposto e solo in parte protetto dalla vegetazione. Si arriva subito ad una pozza punteggiata di
pinguicole da dove si può apprezzare quanto sia profonda l'incisione dell'impluvio che abbiamo appena traversato. Si inizia così a scendere tra macchie di boscaglia lungo un sentiero sospeso che più in basso piega progressivamente verso nord per entrare nel solco principale del rio Simon. Ora quasi in quota, sempre alti sopra il greto, si passa alla base di alcuni caratteristici Clapus, antichi ricoveri che sfruttavano le pareti aggettanti. E' questo senz'altro il punto di maggiore suggestione dell'itinerario che ora si trova nella parte più stretta della forra. Il rumore delle acque si fa sempre più vicino mentre il sentiero si accosta definitivamente al greto raggiungendolo in un punto dove il rio scorre sopra placche rocciose. Si tratta ora di guadare, operazione che potrebbe essere anche complicata se la portata dell'acqua fosse consistente. Sul lato opposto alcune fettucce indicano il punto dove ha inizio la risalita (qualche ometto poco più in alto). Ci si ritrova così a inerpicarsi quasi verticalmente lungo una costa stretta che non lascia grande spazio allo sviluppo orizzontale della traccia. La pendenza più in alto diminuisce leggermente ed infine il sentiero si orienta a sinistra ed esce su balze colonizzate dal
pino nero e dal
carpino nero. Si arriva così in vista del vecchio stavolo di Conturate (m 936) che con il suo occhio sbilenco ancora sorveglia la radura in cui è stato costruito. Trovato sopra lo stavolo il segnavia CAI n.425, lo si segue in salita nella sua diagonale verso la insellatura di quota 1126, poco a nord del
Piccolo Belepeit. Qui si entra nel vallone del rio Cuestis con la mulattiera che cala a larghe svolte verso il primo incontro con il rio. Oltre il guado, il segnavia risale leggermente ricevendo da sinistra il CAI 425a che arriva da
Sot Cretis e poco dopo il sentiero che proviene dal
Plananizza. Ora in discesa, poco prima di arrivare agli
stavoli Polizza, attenzione ad imboccare il bivio con il 425a che scende a destra, nuovamente verso il solco del rio Cuestis. L'avvicinamento al rio è spettacolare con la mulattiera che traversa sopra alti dirupi prima di incontrare per la seconda e ultima volta le acque del torrente. Dalla parte opposta ci attende la breve risalita, a tratti esposta, verso gli
stavoli Polizza di Là, ormai ridotti a ruderi. Dopo l'incontro con lo stavolo Sterpeit, non rimane ora che iniziare la lunghissima serie di regolari tornanti che si concluderà al ponte sul rio Simon.