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    Sentiero Naturalistico Cascate Cukula
    Prealpi Giulie
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    Sentiero Naturalistico Cascate Cukula
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaA38

Sentiero Naturalistico Cascate Cukula

Avvicinamento

Lungo la strada statale n.356 che collega Tarcento a Cividale, giunti all’altezza di Attimis si seguono le indicazioni per Forame e Subit. La strada risale la valletta del rio Malina toccando poi i numerosi borghi che sorgono a mezza costa. Una volta raggiunta la frazione di Subit si prosegue per Prossenicco percorrendo la tortuosa rotabile che asseconda il corso del torrente Lerada. Da Prossenicco, infine, si attraversa tutto il paese tenendosi poi a destra al primo bivio. Poco dopo si giunge al piccolo cimitero presso il quale si trova il grande cartello che segna l’inizio del percorso (m 518, piccolo spiazzo per il parcheggio).

Descrizione

Dal cartello informativo il sentiero comincia a scendere in diagonale verso la valle del rio Namlen attraversando un bosco nel quale possiamo ammirare ad aprile le caratteristiche fioriture primaverili: tra queste la pulmonaria, la pervinca, l'anemone giallo e l'anemone dei boschi. Il sentiero in breve va ad affiancarsi al torrente (m 402) che qui scorre tranquillo su un letto di pietre e limo assumendo una bellissima colorazione verde. Dopo poco si raggiunge il primo dei numerosi guadi che ci attendono da qui a Platischis (alla fine saranno quattordici). Spesso il punto migliore per attraversare è stato segnalato da cartelli verdi con la scritta “guado”; laddove questa indicazione manca il passaggio dovrebbe essere invece del tutto intuitivo. Se la portata d’acqua è abbastanza consistente occorre passare da una sponda all’altra utilizzando i sassi affioranti che però si presentano spesso scivolosi rendendo inevitabile qualche passo nell’acqua.
Sull’altra sponda il sentiero interseca alcuni piccoli rivoli fangosi il cui andamento è messo in evidenza anche dalle piante di calta palustre. Il sentiero ora si alza un poco rispetto al letto del torrente attraversando una zona caratterizzata dalle fioriture della dentaria a cinque foglie e della borrana il cui azzurro vivo spicca tra l’erba ed il fogliame. Ancora un tratto rettilineo a fianco delle sponde ed un cartello ci invita a ritornare dall’altra parte. Segni tangibili di una passata frequentazione sono le file di muretti a secco ricoperti di muschio che ancora sopravvivono ai lati del sentiero come anche il vecchio rudere privo del tetto che si incontra poco dopo (m 420). Due guadi in rapida successione ci riportano sulla destra orografica dove rimaniamo fino al punto in cui il rio Pod Iauar confluisce nel torrente Namlen. Dopo un ulteriore guado il sentiero proseguirebbe lungo il greto del rio Pod Iauar ma a questo punto è d’obbligo la breve deviazione per andare a visitare la base della cascata Cukula che dà il nome al sentiero. La traccia che raggiunge la cascata non è particolarmente comoda ma si tratta di pochi minuti e vale davvero la pena litigare un poco con le ramaglie per poter osservare questo salto d’acqua da vicino.
Dopo essere tornati sui propri passi fino alla confluenza si prosegue ora nella piccola valletta del rio Pod Iauar seguendone il corso. Dopo altri guadi ravvicinati le pendici che racchiudono il torrente si restringono decisamente formando una forra lungo la quale non è più possibile procedere. Il sentiero allora piega bruscamente a destra risalendo una specie di canalino addossato ad una parete dove ci si aiuta con il cavo passamano. Il tratto ripido dura poco in quanto la traccia esce in breve sulla sinistra tramite un camminamento rinforzato ed attrezzato. Da qui inizia la salita lungo un ripido e scivoloso pendio boscato inizialmente sospeso ed esposto sulla forra ma continuamente attrezzato con il cavo. Poco più in alto il cavo viene sostituito da una lunga serie di gradini in legno che facilitano la salita. La scalinata si esaurisce sulla sommità di un costone (m 570, punto ideale per la sosta). La costa boscata culmina poco più a destra con la quota 582 a cui si può accedere facilmente.
Dal costone la traccia scende ripida nell’opposto versante aiutandosi nuovamente con una serie di gradini in legno fino a toccare il greto del torrente. Qui si passa subito sull’altro lato ma prima di proseguire è possibile deviare a destra per giungere nei pressi del punto dove ha origine la cascata Cukula. Ripreso il sentiero, dopo una piccola gradinata in legno, ci si accosta ad una bellissima pozza verde in prossimità di un piccolo salto d’acqua (cascata Pod Iama). Qui al guado fa seguito una serie di gradini in legno ed un cavo che aiutano a superare la parete rocciosa che chiude questo lato del torrente. Il sentiero ci propone subito un ulteriore guado in un tratto tranquillo e suggestivo, reso interessante anche dalle fioriture della calta palustre. Si giunge così alla cascata conclusiva, presso la quale si trovano i resti dell’antico mulino che utilizzava l’acqua del torrente. Una gradinata in legno ed una passerella aiutano a superare il salto della cascata oltre il quale il sentiero si riporta definitivamente sulla sinistra orografica. Una scalinata in pietra, attrezzata con il cavo passamano, ci permette così di completare il percorso uscendo in diagonale dalla valletta del rio Namlen e raggiungendo in breve le case di Platischis (m 655).
Il ritorno può avvenire lungo la stessa via dell’andata oppure è possibile utilizzare la strada asfaltata che collega Platischis a Prossenicco. In questo secondo caso si esce dal paese verso est, tagliando poi in leggera discesa un ripido versante boscato (belvedere sulla prima ansa). Dopo circa 2 km dal paese, in corrispondenza di una decisa curva verso sinistra, possiamo evitare la lunga ansa che la strada compie scendendo direttamente a destra lungo la mulattiera che si stacca proprio dalla curva. Inizialmente ben marcato, il sentiero cala in diagonale senza tornanti arrivando ad una zona disboscata dove la traccia scompare. Tenendo come punto di riferimento la linea elettrica ci si innesta su una pista di esbosco fin dove si intravede a destra la possibilità di raggiungere facilmente il greto del rio Namlen, nel tratto poco a valle del primo guado. Si riattraversa per l’ultima volta il torrente ritrovando sull’altro lato il sentiero che abbiamo percorso all’andata con il quale si risale al punto di partenza presso il cimitero.

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri dell'Acqua
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
026
Dislivello
400
Lunghezza Km
6,6
Altitudine min
402
Altitudine max
655
Tempi
Dati aggiornati al
2007
I vostri commenti
  • 09/07/2020 siamo rimasti incantati dalla natura selvaggia e incontaminata.Partenza da Platischis e subito discesa ripidissima con gradoni di legno e tondini di ferro del terreno.Arrivati a valle numerosi guadi da attraversare e altre discese da fare in cordata. Molto mal segnalato ,impossibile da fare l'anello figurato ma solamente arrivare a Prossenicco in agriturismo Brez mej.Assolutamente sconsigliato a famiglie con bambini sotto i 10 anni, importante avere scarpe da montagna e ricambi
  • 11/05/2020 Escursione effettuata il 09.05: il sentiero risulta essere stato ripulito dalla vegetazione da pochi giorni (presenza di rami tagliati ai lati dello stesso) per facilitarne la percorrenza, ed è abbastanza facile seguirne la traccia - anche grazie ad alcuni cartelli/indicazioni presenti sugli alberi. La portata d'acqua del torrente è abbastanza contenuta e permette di effettuare gli attraversamenti dello stesso in modo agevole. Percorso caratteristico e cascate molto belle. Purtroppo al ritorno non risulta più praticabile la strada forestale che si stacca da quella principale e che riporta al punto di partenza permettendo di chiudere l'anello dell'escursione... Per raggiungere il punto di partenza bisogna seguire tutta la strada asfaltata per Prosenicco, percorso lungo e monotono, anche se assolutamente privo di traffico veicolare.
  • 12/08/2019 Io e mia moglie lo abbiamo percorso ieri. Suggestivo come me lo aspettavo (a me piacciono boschi e torrenti). Indicazioni all'andata abbastanza buone, anche molti guadi sono indicati. I problemi sono al ritorno, fatto su strada asfaltata. Come indicato da Sentieri Natura, dopo qualche chilometro, volevamo tagliare nel bosco ma il sentiero non è visibile. Più avanti ci sarebbe il sentiero 744 per Prosenicco ma, anche questo, dopo qualche centinaio di metri, si perde nel bosco. Abbiamo dovuto proseguire per l'asfalto. Lungo e noioso. Peccato per l'unhappy ending.
  • 01/11/2016 Ripercorso il 30/10/2016 assieme agli amici della Sottosezione CAI di San Pietro al Natisone. Nel tratto iniziale, fino al primo guado, la situazione è migliore rispetto a due anni fa; la vecchia mulattiera (a tratti scivolosa) è stata ripulita dagli schianti e si può “comodamente” scendere fino al primo guado (ne seguiranno ancora circa una decina, tutti abbastanza impegnativi). Anche la passerella in legno dopo l’antico mulino è stata ripristinata; in generale tutto il percorso pare abbia ricevuto un po’ di manutenzione ed è quindi più percorribile (sempre con le dovute attenzioni). Sono invece spariti tavolo e panca nei pressi della quota 578,6 m. Oltre che nella categoria dei “Sentieri dell’acqua” lo iscriverei in una categoria di “Sentieri Selvaggi”. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 09/04/2016 Sentiero affrontato circa due settimane fa. Il sentiero inizia da dietro al cimitero di Prosenicco (credo) e si presenta subito un po malagevole. L'indicazione non è chiara e il sentiero e per lo più un tracciato formato dal discendere dell'acqua piovana a valle del rio namlen. Dopo circa 10 minuti di camminata ci si ritrova davanti al rio (molto bello) e una volta attraversato ci si trova in mezzo ad un bosco molto umido e silenzioso. Sentiero non molto ben indicato. Si deve attraversare il fiume più volte fino ad arrivare al bivio delle cascate cukula. All'interno del bosco sul sentiero prim di giungere a questo bivio,si incontra un edificio diroccato (ex fornace) e cumoli di rocce ricoperte da muschio. Al bivio appare il segnale e svoltando a destra e percorrendo 5 minuti di sentiero si potrà ammirare questa stupenda cascata (che non è quella qui indicata nella foto). Ritornando sui propri passi fino al bivio si prosegue per un sentiero quasi completamente scomparso. Si affrontano vari tratti scoscesi affiancati da corde di sostegno e da tratti con scalini in legno.(molti fuori posto,rotti o mancanti). Si giunge in cima al monte dove si trovano la panca con un tavolo per poi ridiscendere fino al rio dove a destra si può vedere dove hanno inizio le cascate viste poco prima. Accostando il rio sul lato destro si può scorgere quello che rimane del sentiero non molto bene indicato per arrivare finalmente all'ultima cascata dove appaiono anche i resti del vecchio mulino. Da qui il sentiero è facilmente riconoscibile ma non molto praticabile a causa di tratti franati o completamente invasi da rovi. dopo le ultime scalinate in legno si giunge al paesino. La discesa al punto di partenza io consiglio di farla per la stra da asfaltata. Almeno fino ad un ponte dove poco dopo sulla destra inizia un sentiero molto ben indicato che porta esattamente al cimitero. Da segnalare quintali di aglio orsino lungo tutto quasi tutto il percorso e segni di passaggio di cervi e cinghiali. Ho notato anche graffi sulle cortecce degli alberi ricoperti di muschio ad altezza di circa 1-1,5 mt. Ma non saprei dire a che animale appartengono. Un sentiero molto bello ma tenuto decisamente male.
  • 29/06/2015 Ieri sono stata a camminare su questo sentier naturalistico e devo dire che se non fosse per la mal curanza del luogo sarebbe una cosa fantastica.Mi è dispiaciuto molto vedere questo degrado anche perchè ero andata con mio figlio e abbiamo avuto molte difficolta nel percorrerlo e abbiamo perso anche molto tempo.Peccato veramente questo luogo è fantastico e ricco di emozioni.Mi piacerebbe sapere a chi potrei inviare un e-mail per far presente di tutto ciò in modo di poter salvare questa meraviglia.Buona giornata. VERONICA
  • 20/05/2015 Devo dire che il percorso in se è molto bello ma purtroppo tra i vari alberi caduti e le piante che coprono i cartelli e nascondono gli scalini ci perde molto. L'inizio è un po' difficoltoso a causa di parecchi alberi caduti proprio in mezzo al sentiero. Si arriva, con un po' di spirito di avventura, abbastanza agevolmente alle cascate e al tavolino con panchina. Di qui si procede tenendosi a destra il cartello che indica la quota di altitudine. Se si vuole si può fare una deviazione sulla collinetta per vedere il panorama dall'alto. Scesi gli scalini si guada il fiume e si va prima a destra per cento metri per arrivare sulla sommità della cascata e poi si torna indietro e questa volta si prosegue a sinistra fino a dove il sentiero si perde e scompare tra gli alberi caduti. Se si presta attenzione, qualche decina di metri prima della pozza della cascatella, si nota che la vegetazione ha coperto gli scalini che indicano dove il sentiero proseguiva. Ora viene la parte più complicata perché davvero poco visibile; bisogna camminare sui sassi in mezzo al fiume fino a trovarsi con la pozza davanti a voi e noterete che bisogna guadare proprio in quel punto perché sulla sinistra si intravede il cavo metallico con gli scalini per la risalita. A questo punto si prosegue diritti, anche qui prestando attenzione perché ad un certo punto bisogna guadare e il cartello di guado in basso a sinistra è rotto ed è rimasto solo un piccolo pezzo, e si arriva fino all'ultima cascata. Qui, come prima, bigogna camminare sul sentiero finché visibile e poi sui sassi in mezzo al fiume fino a trovarsi con la cascata davanti a voi. Noterete che a sinistra della cascata ci sono i resti del vecchio mulino. Ciò che bisogna fare e che sembra alquanto complicato è arrampicarsi fino in cima ai resti ma se si guarda bene, a circa 10 metri a sinistra dei resti ci sono gli scalini in legno completamente coperti di vegetazione. Quella è la strada da percorrere. Finalmente arrivati in cima bisogna superare il ponticello crollato e guadare di nuovo subito prima del salto della cascata perché i sassi in pietra sono poco visibili e si trovano dall'altro lato del fiume. Si risale poi fino al paese e ci si gode la splendida vista. Dal paese si volta a destra e ci si incammina per il ritorno con almeno tre possibili vie: la prima è, dopo due chilometri, seguire i cavi elettrici che scendono a strapiombo nella valle e che io non consiglio; la seconda è prendere il sentiero CAI che si incontra dopo circa 3km sulla destra, appena dopo la casa dell'orso; la terza e più conveniente è quella di seguire la strada asfaltata fino al cimitero per non rischiare di perdere la via vista la scarsità di indicazioni in generale. Anche io ritengo questo percorso un livello EE non adatto a chi non è allenato e soprattutto il tempo di percorrenza è di circa 5 ore con le dovute soste.Alla prossima avventura, Ale e Eli :)
  • 07/04/2015 Attenzione, il sentiero è bloccato da un grande numero di albero tagliati, che ne rendono molto difficoltoso l'attraversamento.L'alternativa è quella di seguire la linea dei pali dell'elettricità sino al torrente, e quindi di attraversarlo in qualche maniera.Sarebbe opportuno prednere informazioni su qual ipossano essere i tempi previsti per la rimozione degli alberi.
  • 06/04/2015 Il percorso è facile e non troppo lungo e soleggiato. Fatto oggi. La cascata è un bel salto d'acqua e il torrente è piacevole e non difficile da guadare. Unico neo la presenza nel primissimo tratto del percorso, di alberi tagliati e caduti che lo ostruiscono e ne rendono difficoltosa la percorribilità.
  • 06/04/2015 Fatto oggi. Nella parte iniziale però non ci sono "alcuni" alberi caduti (come da altri commenti) ma decine di alberi di alto fusto abbattuti a seguito della galaverna che rendono estremamente difettoso passare. Inoltre il sentiero per il ritorno dopo Platischis è male segnalato e dopo un po' ci si perde.Per il resto bellissimo posto! Molto suggestivi oltre alla cascata anche alle diverse costruzioni (fabbro e mulino) abbadonati e alle distese di crochi, anemoni ed altri bei fiori.
  • 21/02/2015 Effettuato 21/02/2015 Cielo coperto; temperatura alla partenza +1°C; residui di neve sui versanti a nord. Percorso impegnativo, poco segnalato, adatto solo per EE. Poco dopo la partenza degli alberi caduti già lo scorso inverno interrompono il sentiero, qui scendere a vista a dx, poi raggiunto il torrente Namlen trovare il punto migliore in cui guadarlo, quindi risalire il suo corso sulla sponda sx, fino alla vecchia fornace (cartello), dove, poco dopo, bisogna “indovinare” il punto in cui riattraversare il torrente (si trova il segnavia con l’impronta dell’orso: solo che si vede provenendo dal senso opposto). Dopo il punto attrezzato con tavolo e panca, si passa sul lato nord e la ripida discesa lungo i dissestati gradini in legno non è impresa da poco. Giunti al greto del torrente, il sentiero prosegue svoltando a sx costeggiando il torrente (non farsi imbrogliare da una buona traccia che risale subito dritta) fino alla bellissima pozza della cascata Pod Iama; qui il guado è particolarmente impegnativo, soprattutto a causa dei sassi scivolosi; sul lato opposto dei gradini ed un cavo metallico aiutano a risalire la sponda dx del rio. Anche il tratto dopo i ruderi dell’antico mulino richiede attenzione: la passerella in legno è completamente sfranata e solo grazie ad una fune metallica si riesce a superare un tratto alquanto esposto. L’ultima scalinata in pietra attrezzata con fune metallica, viene sostituita nella parte finale da gradini in legno e pare non finire mai! Giunti al paese di Platischis (4 ore dalla partenza) scendere a dx lungo la rotabile asfaltata. Superato il Ponte Vittorio Emanuele II, si riprende a salire. Poco oltre un’abitazione isolata si trova a dx il SV CAI N° 744 che, lungo una bella mulattiera, in parte rovinata da una pista di esbosco, riporta al punto di partenza. Tempo complessivo 5 ore 45 minuti compresa la sosta foto alla cascata ed una breve sosta “panino” a Platischis. Buone camminate a tutti. Bepi – Cividale.
  • 02/09/2014 Escursione fatta domenica 31/8/14 con i soliti compagni di camminata, in effetti speravamo di poterla fare tutta come da traccia gps, abbiamo trovato il terreno abbastanza zuppo, appena partiti in discesa la strage d'alberi ha rallentato un po' la marcia, inoltre alcuni guadi erano difficili d'attraversare nei punti indicati. Siamo riusciti ad arrivare alla cascata e goderci lo spettacolo, proseguendo abbiamo raggiunto il punto + alto con tavolo e panca, ma la vegetazione impediva qualsiasi visuale, lungo questa salita ci sono molti gradini ed anche una parte con passamano in fune metallica utile vista la pendenza, proseguendo siamo scesi sul versante opposto attraverso altri gradini molto ripidi e dissestati, qui purtroppo nonostante il gps, il sentiero si perde o almeno noi non siamo riusciti a trovare il proseguo per arrivare a Platischis e dopo alcuni tentativi vani, abbiamo preferito fare ritorno sui nostri passi. Peccato vedere un sentiero così tanto trascurato, anche se purtroppo il gelo ci ha messo il suo e questi sentieri forse "minori" ne pagano maggiormente lo scotto.
  • 13/08/2014 Escursione effettuata il 10.08.2014 con due bambini (9-7 anni).Confermiamo le indicazioni di enrica.p: primo tratto reso difficile dagli alberi caduti di traverso al sentiero; dopo la seconda deviazione per visitare la pozza da cui trae origine la cascata, occorre prestare attenzione al cartello Guado in basso a sinistra per trovare il sentiero corretto. Di lì a poco c'è un ponticello di legno crollato, ma i passamani aiutano a superare agevolmente il piccolo salto. Una volta giunti a Platischis il rientro avviene lungo la strada d'asfalto, perché il sentiero non segnalato non è più intellegibile. Lungo la strada, all'ex valico Vittorio Emanuele II, "sconfinando" in Slovenia c'è un altro tavolo con panca per una eventuale ulteriore sosta. Scendendo verso Prossenicco si può quindi imboccare a destra il sentiero 774 del CAI per sbucare davanti al parcheggio del cimitero.
  • 06/05/2014 Sentiero percorso domenica 4 maggio,molto bello ma portato a termine con qualche difficoltà per la presenza di alberi caduti che ostacolano il passaggio. Il punto più dissestato si trova subito dopo la prima discesa: si giunge al rio e una serie di tronchi ostacolano il passaggio. Facendo attenzione è possibile però scendere e guadare il rio; sull'altra sponda proseguendo in avanti verso sinistra tenersi un po' in alto rispetto al rio e si trova il sentierino corretto. Proseguire nel bosco in mezzo al verde incrociando alcuni piccoli rivoli fangosi. Quindi si reincrocia il rio seguendo i cartelli verdi che indicano i guadi. Deviazione per godersi la cascata che è davvero spettacolare!!! Poi proseguire nel percorso e una volta giunti in cima a livello del tavolo con panca, breve salita per giungere al punto più alto ma poi ritornare al tavolo e lì sul versante opposto ci sono degli scalini un po' dissestati che aiutano nella piuttosto ripida discesa. Sbucati a Platischis prendere la statale verso est (destra) per il ritorno. Quasi al termine si può percorrere il sentiero CAI che riporta al cimitero di Prossenicco (punto di partenza). Attenzione alle zecche!
  • 19/04/2014 Fatto ieri 18/04/2014Il sentiero può essere fatto solo prendendo il bivio a sinistra, che porta brevemente alla cascata con laghettino frontale, pocooltre risulta impossibile proseguire viso il salto a picco della seconda cascate.Il giro è possibile solo facendo il giro inverso, mi è stato detto da un passante però che è dovuto tornare indietro (lui al bivio ha girato a destra) per l'impossibilità di proseguire dovuto alla strage di alberi causato dal gelicidio di questo invernoPosto molto bello lo consiglio, con camminata brevissima se si vuole fare andata e ritorno appena vista la cascata.Inutile dire altro sullo stato dello bosco, veramente una strage, a vederla con i propri occhi osservi tutta la forza devastatrice della Natura...
  • 14/04/2014 13.04.2014Il sentiero purtroppo non è agibile a causa della grande quantità di alberi caduti.
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  • Particolare sul rio namlec poco dopo essere entrati nel bosc ...
    09/04/2016 Particolare sul rio namlec poco dopo essere entrati nel bosc ...
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