Avvicinamento
Da Tarvisio si prosegue per la val Rio del Lago e Cave del Predil fino alla deviazione per Rutte Piccolo che si imbocca attraversando il ponte sullo Slizza. Compiuti due tornanti si giunge al trivio che conduce a sinistra a Rutte Piccolo e a destra a Ortigara (m 820, parcheggio lungo la strada).
Descrizione
Osservando gli alberi poco a monte della strada si dovrebbero individuare le segnalazioni del sentiero CAI n.518 che entra subito nel bosco seguendo una traccia poco marcata e intersecata da numerosi solchi. Dopo avere oltrepassato una pista forestale la vegetazione si dirada ed il sentiero continua più largo e comodo. Un piccolo guado ci immette definitivamente nella fitta abetaia alla base di una dorsale che si inizia a risalire. Più in alto il sentiero piega a destra raggiungendo quasi in falsopiano una vecchia baita abbandonata (m 1035). La facciata ancora quasi integra nasconde ciò che resta del casolare il cui tetto risulta completamente distrutto.
Con andamento un poco tortuoso ci si immette su una pista di esbosco che corre poco più alta, lungo la quale si riprende a salire con pendenza moderata. Una piccola schiarita affacciata sulla val Rio del Lago ci offre una prima visuale sul gruppo dello
Jof Fuart e sul
monte Re. Per un buon tratto si sale a regolari tornanti nel bosco poi, in corrispondenza di una radura disboscata, il segnavia lascia definitivamente la pista per deviare a sinistra lungo un sentiero decisamente più ripido. Superata una rampa ci si riporta a destra e con pendenza decrescente si guadagna anche la dorsale boscosa della Fratta Valfrassino (m 1309). Senza toccare la poco marcata elevazione ci si tiene a destra percorrendo una specie di corridoio tra
abeti secolari. Dopo avere oltrepassato una baita di boscaioli il sentiero passa sul versante della Valromana tagliando a mezza costa in diagonale su una ampia mulattiera in bella visuale sul fondovalle. Ben presto il versante si fa più acclive e la mulattiera lascia il posto ad un sentierino che traversa nel bosco di
faggio giungendo ad una specie di conca sul versante nord della
Cima Alpel (m 1412). Il sentiero compie ora una marcata ansa andando a riguadagnare il filo della dorsale sulla quale fanno la loro comparsa anche i
larici. Con un piacevole tratto in falsopiano ci si riporta sul versante della Val Rio del Lago dove il sentiero inizia a traversare le dirupate pendici occidentali della
Cima Alpel. In breve si giunge ad un canalone che deve essere attraversato e che richiede attenzione in presenza di nevai residui. Successivamente il sentiero riprende a salire a tornanti sostenuti oltrepassando una fascia rocciosa, coperta a primavera dalla fioritura della
orecchia d’orso, e raggiunge infine la boscosa
sella Alpel (m 1676). Assai consigliabile è la breve deviazione per la Cima Alpel su una buona traccia segnalata con bolli rossi. In vetta, infatti (m 1734), il bosco lascia il posto ad un inaspettato pianoro erboso che
apre la visuale sulla dorsale compresa tra il Picco di Mezzodì e le Cinque Punte di Raibl. Ritornati alla sella, un comodo sentiero scende in diagonale verso la conca dell’Alpe di Rutte, attraversando in basso un vallone interessato da slavine (numerosi alberi spezzati, possibile nevaio residuo). Usciti dal bosco si arriva infine al pianoro che ospita la
Capanna Cinque Punte (m 1520) , una costruzione sempre aperta che dispone di cucina economica, panca e tavolo dove è possibile anche pernottare. Il giardino pensile dell'Alpe di Rutte era un tempo sede di alpeggio mentre oggi appare circondato da un fitto bosco di
larice. Le antiche casere hanno lasciato così il posto al bel rifugio in legno, realizzato dall'Azienda delle Foreste di Tarvisio. Il nome della capanna richiama le Cinque Punte di Raibl, un gruppo di cinque vette ben allineate che sorgono sulla destra orografica della Val Rio del Lago poco a valle dell'abitato di Cave del Predil. E' proprio dal centro minerario che le Cinque Punte offrono la visuale migliore presentandosi come una sequenza di denti rocciosi di altezza quasi uguale. Le Cinque Punte presentano infatti altezze molto simili tra loro con quote che vanno dai 1909 m della punta I (quella più a nord) ai 1844 della punta V. La salita sulla vetta principale si svolge dal versante est su tracce di sentiero ed è resa difficoltosa dalla vegetazione e dalla natura del terreno oltre che da alcuni passaggi su roccia (I, II).
Dal rifugio abbiamo due possibilità per scendere in Valromana: la prima, forse più diretta, è la
prosecuzione del segnavia CAI n.518 mentre la seconda, che qui descriveremo, è data dal sentiero n.520, utilizzato normalmente come via primaria di accesso alla Capanna. Mirando ai segnavia in basso nella conca, si scende per un breve tratto riattraversando il vallone di cui si è detto prima. Il sentiero prende poi a traversare in quota le ripidissime pendici della punta Moclana. Giunti presso una fascia rocciosa si inizia a perdere quota rapidamente nella
faggeta. Il sentiero sfrutta abilmente il pendio boscato compreso tra due profondi canaloni raggiungendo la fascia della pineta dove la visuale si apre verso la fiumana ghiaiosa della Valromana. Più in basso ci si sposta a sinistra tra i
mughi per oltrepassare un ghiaione malagevole. Ma si tratta dell’ultima difficoltà poiché il sentiero si fa via via migliore scendendo in diagonale verso il fondovalle. Giunti presso le ghiaie ci si immette sulla sterrata che scende mantenendosi sulla sinistra orografica (segnavia CAI n.511. La pista termina sulla strada asfaltata che collega Rutte Piccolo e Ortigara. Prendendo a sinistra ci attendono ancora poco meno di 2 km per riguadagnare esattamente il punto di partenza.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Bosco