Avvicinamento
Da Montereale, presso Maniago, si imbocca la strada statale n.251 che risale Val Cellina. Subito dopo il lungo traforo si piega a destra seguendo le indicazioni per Andreis. Raggiunte le case della piccola frazione si attraversa l’abitato in direzione di Alcheda oltrepassando anche il Centro Visite del
Parco delle Dolomiti Friulane. Pochi metri dopo, sulla sinistra, si apre uno spiazzo dove possiamo parcheggiare comodamente (m 456).
Descrizione
Lasciata l’auto si prosegue lungo la strada asfaltata scendendo fino al ponte sul torrente Ledron presso il quale si trovano alcuni cartelli del Parco (m 441). Seguendo le indicazioni per il monte Ciavac (segnavia CAI n.975-979) si imbocca a destra la pista interdetta al traffico che dopo pochi metri attraversa il torrente stesso. Si costeggia il corso d’acqua tra ricche fioriture di
anemone giallo,
pervinca,
epatica ed
elleboro raggiungendo una specie di insellatura in corrispondenza di un tabernacolo (Col de Crous). Lasciata a destra la traccia che si inerpica sulle
pendici del monte Ciavac, la mulattiera prende a calare verso il greto del torrente Ledron. Qui il segnavia CAI si sdoppia: mentre il sentiero 975 prosegue diritto verso la lontana
forcella Navalesc, il nostro percorso prevede il guado del torrente. Sulla sponda opposta il segnavia CAI n.976 riprende subito a salire su una buona traccia che si innalza a piccole svolte lungo una lingua detritica che tra aprile e maggio si ricopre di
biscutella,
genziana di Clusius ed
erica. Il sentiero prosegue salendo in diagonale, spesso sul ciglio di una estesa zona dirupata. Si oltrepassa un rugo dopo il quale il sentiero prende a salire più decisamente all’interno di un boschetto di
pino nero,
pino silvestre,
carpino nero e
nocciolo. Un breve traverso ed una successiva serie di strette svolte conducono alla sommità di un canale in corrispondenza di una piccola insellatura (m 783). Inizia ora il tratto che ci condurrà sul versante orientale del
monte Taront, lungo un sentierino che alterna brevi strappi con traversi su ripidi pendii erbosi. La traccia è ben marcata ma richiede qualche attenzione nei punti esposti come il pulpito roccioso che si incontra dopo poco. Assecondate alcune rientranze il sentiero oltrepassa un piccolo greto raggiungendo poi una caratteristica parete rocciosa aggettante che segna la fine del traverso. Giunti ormai sotto la
forcella Antracisa, ci si orienta a sinistra (ovest) iniziando a rimontare l’ultimo faticoso tratto, dapprima nel rado bosco poi lungo un ripido costone erboso. Ancora una piccola macchia di
faggio ed il sentiero guadagna la solitaria
forcella Antracisa (m 1173). Dall’altro versante non vi è possibilità di transitare in quanto il pendio precipita ripidissimo verso la selvaggia val Molassa.
Lasciata a destra la prosecuzione del segnavia CAI n.976 verso la
forcella dell’Asta (vedi variante), si piega a sinistra (sud) sul 977, traversando ancora lungo un ripido pendio erboso. Raggiunte le pendici settentrionali del
monte Taront l’originario segnavia aggirava la vetta traversando a destra sopra ripide ed esposte balze, colonizzate dai
mughi (EE). Il tracciato attuale invece evita completamente l’impegnativo passaggio salendo direttamente lungo il comodo pendio boscato. Lasciata quindi a destra la vecchia traccia si sale a svolte regolari sul nuovo sentiero, in parte gradinato e rinforzato. Oltrepassata una schiarita si sale diritti nella faggeta fino a sbucare sulla vetta del
monte Taront (m 1320, croce e panca). La
visuale è molto estesa verso sud mentre a nord il panorama è limitato dalla boscaglia. E’ un buon punto di osservazione sulle vette che circondano il
lago di Barcis ed in particolare sulla dorsale del
monte Lupo, della quale possiamo distinguere ogni dettaglio fino al suo innesto nella bastionata del
monte Resettum.
Per la discesa si prosegue lungo la cresta utilizzando la larga traccia aperta tra i
mughi. Raggiunta velocemente la quota 1156 (era il punto dove arrivava anche il vecchio sentiero), si cala piacevolmente lungo il crinale che offre aperte visuali sui due versanti e sul
lago di Barcis. Giunti ad un piccolo avvallamento con ancona, alla base del monte Turlon, si abbandona definitivamente la dorsale scendendo a sinistra nel bosco. Si cala lungamente affiancando un valloncello che più in basso si oltrepassa guadagnando l’opposto versante. Il percorso si mantiene vario ed interessante anche nell’ultimo tratto dove si contorna in alto un grande circo detritico. Si traversano infine alcune lingue di ghiaia colonizzate dal
camedrio e dal
rododendro nano poi si rientra nella pineta scendendo con alcune svolte alle case di Alcheda (m 542). Imboccando la strada asfaltata verso sinistra si rientra esattamente al punto di partenza.
Avvertenze
Il file gps allegato visualizza sia il nuovo percorso che sale direttamente in vetta al monte Taront, sia il vecchio tracciato ora dismesso che aggirava ad ovest la cima. Si raccomanda di evitare tale percorso seguendo invece i segnavia più recenti.
Variante al bivacco dell'Asta (EE)
Da
forcella Antracisa si prosegue a destra verso nord, lungo la cresta erbosa che in pochi minuti conduce, su terreno più aperto, ad un pulpito panoramico con piccolo crocifisso. Qui la vista finalmente si apre sia verso il
monte Raut sia verso la possente bastionata del
monte Resettum. Il sentiero segue ancora per un breve tratto il filo di cresta ma poi dove questa si impenna e diviene impercorribile, si tiene a sinistra iniziando a rimontare un ripido versante ricoperto da rada boscaglia. La traccia è stata recentemente rimarcata e gradinata ma si sviluppa costantemente sopra spioventi sospesi sulla val Molassa e richiede sempre attenzione. Qualche
primula orecchia d'orso abbellisce le fessure delle rocce che si incontrano durante il cammino ma non è ancora tempo di distrarsi poiché il sentiero sale ora una rampa gradinata e doppia uno spigolo particolarmente aereo oltre il quale si intravede il bivacco. Con piccoli saliscendi si assecondano le pieghe del ripido versante per poi rimontare con alcune strette svolte un erto pendio erboso che termina alla
forcella dell’Asta (m 1385). Dal piccolo intaglio, posto immediatamente a sud della Cima dell'Asta, si cala per pochi metri fino allo spallone che ospita il
bivacco. Un pulpito, affacciato vertiginosamente sulla Val Molassa, è stato liberato dalla vegetazione ed offre un panorama eccezionale sulla muraglia del
Resettum e più in generale sui monti a nord del
lago di Barcis.
Per il ritorno si utilizzerà il medesimo itinerario.
Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume
I Sentieri del Silenzio