30/07/2012 Fausto_Sartori Nomea di zecche funesta la Tramontina, ma qui, lungo il 377 fino a casera Chiampis (oltre non sono andato), risalendo il Viellia, non si palesò in alcun modo la presenza della famelica creatura. Altri aracnidi colonizzano il sentiero e bisognerà prepararsi a sputare ragnatele, procedendo come schermidori, brandendo il bastoncino e scudisciando l’aria contro le invisibili tessitrici. E’ questa lunga camminata verso le sorgenti, l’origine delle acque lucenti che per tutto il viaggio accompagnano il passo ora calme quasi ferme e brillanti, tra rade spiagge di diamanti, ora invece tumultuose e furiose tra rocce levigate, dal trillo allo scroscio impetuoso, su su attraverso blu cobalti e verdi smeraldo così intensi e profondi da sollecitare nello spettatore doverosi attimi di raccoglimento. Per questo, non credo proprio vi basteranno le tre ore e mezzo indicate all’attacco del 377 poco dopo Tramonti di Sopra per raggiungere il bivacco Chiampis: continue saranno le divagazioni dal sentiero per andare a vedere poco giù il torrente, la sua voce e luce chiama irresistibilmente. In un punto, ove l’acqua si fermava in piscina profonda sotto la cascata, ebbi miraggio di tuffarmi, ma troppo bello il luogo e selvaggio, mi ritrassi codardo dal proposito. Dopo tanto mistero, tra alberi sinuosi e riverberi marini, l’ultima faticosetta salita (massacrante per me) si atterra in suggestiva pianura, spalanco di ghiaie e monti a corona ove le acque, qui appena increspate, cominciano il loro cammino impervio. Stremato mi mangiai l’esperimento di riso e tonno, orribile pastone che non consiglio a nessuno. In compenso di acqua sempre fresca mi pasciai a non finire. Lieto di informare, inoltre, che il tratto di sentiero franato e attrezzato poco dopo la passerella di legno è stato restaurato.