13/01/2016 ectorus salendo da priuso, il passo è interdetto alla circolazione veicolare dal km. 7.200 ( subito dopo il ponte sul tagliamento)
02/11/2015 r.pagu Percorso venerdì 30 ottobre, come da relazione SN fino alla cima del Costa di Paladin, poi scendendo dalla cima ho tagliato per una 'traccia' segnata sulla mia carta Tabacco. Fino alla cima sentieri come da relazione e commenti: prestare attenzione dopo i ruderi di casera Fors, chè la traccia non è evidente, anche se sbiaditi bolli e segnavia aiutano. La cresta non è tutta facilmente percorribile, per cui suggerisco di attenersi a quanto descritto in relazione. Bello il tratto in cresta, con estesi panorami permessi dalla bellissima giornata di sole. Consiglio di chiudere l'anello come da relazione, passando per la forca del Mugnol. Io dovevo rientrare a valle presto, per cui dopo la discesa in cresta dalla cima ho tagliato verso destra cercando di immettermi su quella che risulta come vecchia traccia sulla Tabacco. SCONSIGLIO la percorrenza di questa traccia che non presenta nè sentiero nè segnavia. Ho sbagliato l'attacco ed ho avuto un "corpo a corpo" con la sottostante fascia di mughi, dopodichè ci si muove cercando il percorso migliore tra i tratti poco boscati lasciando alla propria destra le fasce rocciose del cupolotto quotato 1643 sulla Tabacco; conviene a mio parere avvicinarsi all'evidente impluvio e seguirne le sponde fino all'intersezione con il sentiero 377. Percorso selvaggio e senza traccia che in estate, con la vegetazione, potrebbe diventare ancora più problematico. Il sentiero 377 porta poi alla carrareccia dalla quale si rientra rapidamente. Alcune considerazioni personali: un percorso che si affronta meglio in autunno (qualche tratto con lettiera scivolosa, ma vegetazione del sottobosco minima e percorso più evidente); consigliatissimo il GPS con traccia precaricata; come già evidenziato in altri commenti, potrebbe venir classificato EE. Saluti, RP.
18/06/2014 askatasuna M'incammino per la carrareccia alternando velocemente i passi per contrastare il pizzicorio della mattina. La freccia che timidamente invita ad entrare nel bosco è minuta e decido di rafforzarne la presenza con un ometto. Il sentiero è, al principio, poco evidente, inoltre gli occhi si perdono subito a vagar tra pietre muschiate e dei faggi camaleonticamente grigiastri. I prati di Fors sono in festa. Botton d’oro e Cariofillate su tutti. Discrete Alchemille tengon strette le perle cadute dal cielo la sera prima, offrendole al sole. Per evitare tentennamenti consiglio di puntare direttamente al cubo di pietre che doveva fungere da deposito d’acqua. Da qui gli allegri segnavia guidano senza esitazioni. In un solo punto una lavina maschera il troi, si punti dritto, in alto, per poi svoltare a sinistra. La salita è breve ma ripida, l’esposizione notevole sulla selvatica val Viellia che sprofonda irraggiungibile, a parer mio, giustificherebbe una valutazione EE dell’itinerario stesso. Una volta sul crinale tutto diventa facile. Meravigliosa la dentellata silhouette che dal Frascola porta sul Cimon di Agar. Per non sfigurare, la costa Paladin mette in mostra tutte le sue gobbe, disseminate di Citiso peloso. Non fa per nulla caldo, le nubi si mangiano il gruppo del Bivera. La vista privilegiata è attenuata dalla foschia. Ma si annusa il vento e il respiro diventa profondo. Ad accentuare queste sensazioni un paio di rondoni maggiori che sfrecciano sopra la testa. Piroette e planate spesso talmente veloci da percepirne solo il fortissimo suono. Starei ore a godermi tutto questo se non stessi su di un immenso formicaio. A poche decine di metri uno dall’altro si ergono gli avamposti del proletariato d’alta quota. Irrequieto. Indaffarato. Irremovibile. I fianchi erbosi si tuffano verso una casera Chiampis che emerge a forza dai suoi prati di un verde acceso. Dall’altro lato il bianco serpeggiar del Tiliment è degno contraltare delle cime vicine accarezzate dai nuvoloni. Riparto verso una forca le cui pendici sono disseminate di pois dorati. Poi le sorprese. Tante lavine, piccole piccole, con pendenza limitata, intervallano il troi. Si oltrepassano senza problemi, certo, con qualche minimo disagio se si contano anche gli alberi caduti. Dopo il bivio tra 377 e 378 un pezzo del troi è stato trascinato a valle. Aggirabile senza problemi è seguito da una lavina, questa volta ampia ma innocua. La confluenza nella carrareccia è infine caratterizzata da altri resti lavinosi che la rendono impraticabile agli automezzi. Da qui in poi solo una luuunga passeggiata ghiaiosa, a tratti mitigata dalla vista. I gigli rossi nannano ancora beati ma i maggiociondoli in fiore, con la complicità del vento, inebriano i sensi rendendo l’incedere più che sopportabile. (16.06.2014)
29/08/2011 yahoo@ambiasizzo.it Confermo i problemi di individuazione del sentiero iniziali ma poi abbastanza segnalato, solitario (pochissimi passaggi) e splendido in andata sopra la Val Vielia noioso al ritorno.
29/08/2011 giuseppe.tolazzi Percorso ieri, 28-08-2011. L'indicazione per Casera Fors all'andata, sulla forestale che parte dal passo Rest, è una scritta in rosso abbastanza ben visibile. I problemi maggiori di orientamento si trovano a Casera Fors perchè la vegetazione rigogliosa ha praticamente inghiottito i pochi segnavia sui sassi nel punto in cui si abbandona la traccia che ridiscende alla strada. Perciò bisogna tenersi al limitare del bosco, salendo verso destra. Ho faticato un po' a trovare più in alto, sugli alberi, i segnavia che finamente riportano nel bosco dove la traccia ridiventa evidente. Curioso il fatto che i segnavia sono di diverso tipo: classici (ma sbiaditi) bianco rossi; semplici bolli rossi e infine rari segnavia bianco celesti. Ma vale la pena insistere per percorrere questo itinerario sicuramente riservato ad escursionisti un po' avezzi ai sentieri incerti e alle zone poco frequentate. Infatti, sbucati in cresta, tutto lo sforzo è ampiamente ripagato da una cavalcata in cresta senza difficoltà (attenzione però ai ripidissimi prati in versante sud!) e panoramicissima. Ambiente selvaggio e ho pure disturbato tre camosci che davanti a me hanno traversato la cresta da nord a sud buttandosi senza problemi sui pendii erbosi ripidissimi verso la Val Viellia. Ciao a tutti.
07/09/2010 mcamuffo Percorso fatto il 05-09-2010.Tutto bello ma parte relativa all'andata, da casera Fors e anche da prima, troppo difficile perchè non si vedono chiaramente le indicazioni e i sentieri.
20/07/2010 ectorus Esprimo un parere del tutto personale, ma forte dei miei 44 anni di escursionismo.Questo itinerario, per come è concepito, NON lo consiglio a nessuno.Non si può andare per monti dovendo più volte cercare di indivinare la direzione da prendere.Altrimenti indichiamolo come sentiero (?) selvaggio, adatto a persone esperte di escursionismo, di orientamento e che sanno leggere bene la cartina " Tabacco " la quale bene fa ad indicare il percorso come traccia di sentiero, con tutto quello che ne consegue. Si dice e si legge: Sui monti bisogna andare in sicurezza . Bene, anche un sentiero, per essere tale, deve essere sicuro e questo non lo è ! Certo, la cresta riserva un gran spettacolo, ma allora consiglio di salirla seguendo il sent.377 lungo la carrareccia fino a quota 1412 ove un'evidente cartello ci invita verso la forca del mugnol a la li si può seguire la cresta verso la quota 1769. E' più sicuro e raggiunge lo stesso scopo dell'escursione. Buona vita a tutti
14/07/2010 raffix@libero.it Dal bosco di faggio, secondo tornante, una freccia di metallo affissa su albero indica un sentiero inesistente. Non bisogna perdersi l'animo e risalire il pendio ortoganalmente alla pista forestale. I segni rossi appaiono poi più frequenti fino Casera Fors. Qui il sentiero sparsce fra le alte erbe. Abbiamo ripiegato prendendo l'evidente mulattiera sulla destra, interrotta da alberi caduti, che ripota alla pista forestale.
07/11/2006 luciano.piccin 05/11/2006 al secondo tornante dopo casera Feletta, per quanto abbia guardato non ho visto la freccia sull'albero. Comunque si notano sugli alberi sopra la scarpata, dei segnavia c.a.i. che però terminano subito. Bisogna fare attenzione alla pur labile traccia ed alzarsi una cinquantina di metri circa tendendo a dx. Poi il sentiero volge decisamente a dx, si fa più marcato e ricompaiono i segnavia.
16/07/2006 info.pesce@gmail.com Le indicazioni che portano dal bosco di faggio a costa paladin (dopo i due tornanti del cai 377) sono scarse e poco visibili anche perche' la vegetazione e' molto fitta. Una volta arrivati su pero' e' uno spettacolo. Grazie
28/05/2006 michele da casera fors è facile perdere la traccia. Non si deve mirare subito al filo di cresta in quanto questo diventa percorribile solo molto dopo. Conviene vedere il tracciato qui sul sito. Bellissimo il percorso in cresta.