Da Cima Sappada risaliamo la rotabile verso le Sorgenti del Piave fino al parcheggio poco prima del rifugio che porta lo stesso nome (m 1830).
01-Il monte Lastroni dal passo del Roccolo
Imbocchiamo la carrareccia a sinistra che divalla qualche metro fino ad attraversare un piccolo corso d'acqua, inoltrandosi poi nel rado bosco. Si assecondano le morbide ondulazioni ai piedi del Col di Caneva, oltrepassando piccole macchie di abete rosso. Si arriva ad un bivio segnalato da cartelli dove seguiamo le indicazioni per il passo del Mulo e i Laghi d'Olbe, sul segnavia CAI 129.
Aggirata una elevazione erbosa si oltrepassa una frana di grandi macigni che ha invaso la sede del sentiero, oltre la quale il tracciato si fa più marcato ed evidente. Ha inizio ora il lungo traverso alla base delle pendici settentrionali del Lastroni. Si sale in diagonale tra ontani, salici, ginepri e le ultime conifere solitarie. Si attraversa un canale ghiaioso passando sotto alcuni caratteristici torrioni stratificati.
02-La grande frana sulle pendici del Lastroni
La diagonale continua con pendenza costante e qualche piccolo saliscendi in corrispondenza dei tanti canaloni che si vanno ad intersecare. Sono canaloni profondi ma il sentiero è ben mantenuto e non si dovrebbe incontrare nessun tipo di problema. Il pendio alla nostra destra si è fatto decisamente più inclinato ma il tracciato è sempre largo e marcato. Si supera così una piccola rampa rocciosa dopo la quale con una svolta marcata si entra nel solco di una valletta percorsa da un torrentello.
03-Verso forcella Franza
Il sentiero si alza sulla sinistra attraversando il piccolo corso d'acqua più a monte. Su terreno erboso in breve si raggiunge l'ampia sella Franza dove troviamo un crocevia di cartelli che indicano le varie possibilità. Noi andremo a sinistra per il passo del Mulo, già visibile da qui e dove si scorgono alcune feritoie scavate nei pinnacoli rocciosi della cresta presso la forcella.
04-Il sentiero sale a svolte verso il passo del Mulo
Ci dirigiamo quindi in direzione del passo del Mulo, cominciando a salire il macereto soprastante con alcuni ampi tornanti poi man mano che il sentiero va incuneandosi nel catino ghiaioso che scende dalla forcella la pendenza aumenta e il sentiero si fa un po' più faticoso. Si tratta di un ghiaione terroso e non particolarmente impegnativo. Tutto attorno si intuiscono ancora le linee di filo spinato, che impedivano l'accesso alla forcella da questo lato.
05-Il monte Franza dal sentiero per il passo del Mulo
Eccoci quindi al passo del Mulo, a 2356 m, caratteristico intaglio fortificato sulla lunga linea di cresta che si allontana verso il Lastroni. Sul versante opposto la forcella è servita da una comoda mulattiera ed è magnificamente affacciata sulla conca dei laghi d'Olbe verso la quale si inizia a scendere ad ampie svolte. La mulattiera di guerra sfiora una caverna e altre postazioni militari, poi, oltrepassato un ghiaione, per qualche decina di metri appare in tutta la sua originaria ampiezza, ancora sostenuta da muretti.
06-Fortificazioni presso il passo del Mulo
Si doppia un caratteristico passaggio presso un enorme macigno. Pochi metri dopo si può tralasciare il segnavia CAI che scende verso i laghi d'Olbe per cercare di mantenersi in quota utilizzando una traccia abbastanza marcata che piega verso sinistra. Si traversa per prati e ci si va ad innestare sul sentiero 138 che sale al monte Lastroni poco più avanti. Riguadagnata nuovamente la comoda mulattiera, con una lunga diagonale ci si porta nei pressi del filo di cresta in corrispondenza di un piccolo villaggio di guerra. Qui abbiamo rilevato la presenza della
genzianella di Carinzia, una piccola genziana abbastanza rara che fiorisce in questo periodo. La cresta è traforata da un finestrone affacciato sul Peralba mentre tutto attorno ci sono resti di postazioni. Anche poco più sopra è possibile visitare l'ingresso di una galleria cementata.
07-Finestrone affacciato sul Peralba
08-Visuale dalle fortificazioni lungo la cresta del monte Lastroni
09-Sulla cresta sommitale del monte Lastroni
La mulattiera prosegue a traversare in direzione della cima giungendo fin sotto il cupolotto sommitale dove riprende a salire con una serie di svolte che portano al piccolo intaglio con osservatorio. Il percorso prosegue lungo un sentierino di guerra che con una serie di gradini scavati nella roccia conduce alla bella cresta di vetta. Il luogo dev'essere senz'altro molto panoramico in giornate però diverse da oggi. Pur avendole dato parecchio tempo per dissolversi, la nuvola ha invece continuato ad avvolgerci nel suo umido abbraccio.
10-Il sentiero che sale al monte Lastroni
L'ometto con la sobria croce si trova proprio sull'altro lato della cresta ed è raggiungibile facilmente in pochi minuti: siamo sul Lastroni a m 2449 ma stentiamo a vederci l’un l’altro.
11-Resti di edifici militari lungo il sentiero per il monte Lastroni
12-Ingresso di una galleria di guerra sulla cresta del Lastroni
Per il rientro abbiamo scelto di scendere a visitare i Laghi d'Olbe. Per fortuna la nuvola avvolge solamente le alte quote ed è bastato divallare di poco per avere tempo migliore.
13-Il maggiore dei laghi d'Olbe
14-Il lago mediano
I laghetti alpini posti in conche erbose a pascolo, sono collegati da un sentierino che permette di visitarli tutti e tre.
15-La cresta del ferro dai laghi d'Olbe
16-La bella conca dei laghi d'Olbe
Costituiscono senz'altro il luogo ideale anche per una gita familiare. Dalla conca dei laghi, per rientrare, è possibile risalire al passo del Mulo e da qui seguire il percorso inverso; oppure, come abbiamo fatto noi, scendere sul segnavia 138 per pista e poi per sentiero tenendosi sulla sinistra orografica del rio della Miniera, fino alla strada rotabile per le Sorgenti del Piave in corrispondenza della Baita al Rododendro (località Pian delle Bombarde). Da qui però, per raggiungere l'auto, ci aspetta un'ora buona di risalita. Si può evitare di camminare sull'asfalto utilizzando alcuni tratti di sentiero, oppure ci si può affidare all'autostop.