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    Monte Clapsavon e monte Bivera da casera Razzo
    Alpi Carniche
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    Monte Clapsavon e monte Bivera da casera Razzo
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaR11

Monte Clapsavon e monte Bivera da casera Razzo

Avvicinamento

Percorrendo da Villa Santina verso nord la statale n.355 che risale il canale di Gorto, nel tratto compreso tra Ovaro e Comeglians si imbocca a sinistra la rotabile della val Pesarina. La si risale lungamente fino al bivio di forcella Lavardet dove ci si tiene a sinistra per giungere a casera Razzo (m 1739, Comune di Vigo di Cadore, ampio parcheggio). E' possibile giungere qui anche salendo da Sauris di Sopra, occorre però informarsi sulla percorribilità del tratto che attraversa gli estesi franamenti del monte Pezzocucco.

Descrizione

Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri della Rupe
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Giugno
Carta Tabacco
02
Dislivello
1000
Lunghezza Km
14,2
Altitudine min
1685
Altitudine max
2474
Tempi
Dati aggiornati al
2016
I vostri commenti
  • 24/08/2021 Percorso ieri, con partenza verso le quattro del pomeriggio. I sentieri sono in condizioni perfette, si arriva a forcella Cjansaveit e sul Clapsavon quasi senza accorgersi. Il tratto di cresta verso la forcella del Bivera e' un po' adrenalinico :) ma si percorre senza grossi problemi, le corde servono piu' come aiuto psicologico. La traccia che va sul Bivera invece all'inizio non e' molto evidente, dalla forcella bisogna puntare decisamente a sinistra in alto, le altre tracce sono fuorvianti. Bellissimi panorami, incastonati tra le nuvole di passaggio... col tramonto a fare da cornice. Tornati alla forcella, si scende poi senza problemi per l'inizialmente ripido sentiero 212 che piano piano si acquieta fino a diventare di nuovo strada sterrata. Bellissima escursione
  • 17/07/2019 Domenica 14 luglio abbiamo raggiunto la vetta del Bivera da Casera Razzo. L’intenzione originaria prevedeva di salire anche sul Clapsavon compiendo l’itinerario della guida in senso inverso, ma il tempo si è messo al brutto e abbiamo preferito ridiscendere per la via di salita, trovando riparo dagli acquazzoni sotto l’accogliente portico di Casera Cjansaveit. Il percorso è a posto, le risalite dei ghiaioni sotto la forcella e del ripido e instabile tratto terminale richiedono una certa dose di fatica, oggi attenuata da temperature piuttosto fresche. Percorso molto frequentato, abbiamo incontrato diversi altri escursionisti lungo la via e sulla piccola cima, che anche oggi ci ha offerto un panorama eccezionalmente ampio, nonostante i nuvoloni neri incombenti. L’edificio principale di Casera Cjansaveit è chiuso, agibile invece il bivacco, ben attrezzato, ricavato nell’edificio delle vecchie stalle. Un cartello sotto un’artistica scultura lignea invita a collaborare con una piccola offerta al mantenimento della struttura. Escursione non particolarmente lunga, ma che comporta comunque un certo impegno, ampiamente ripagato dalle stupende visuali che si possono godere lungo tutto il cammino. Un saluto a tutti!
  • 25/06/2019 Effettuato oggi l’anello come da indicazioni SN,la giornata afosa ha reso la salita faticosa che solo in parte è stata ripagata dal panorama rovinato dalle nubi ,che coprivano gran parte delle cime. In compenso siamo rimasti incantati dalle meravigliose fioriture. Rassicurante la corda che accompagna il tratto in cresta nei punti esposti. Veloce risalita al Bivera dove nel primo tratto la traccia non è molto evidente, chiuso l’anello scendendo lungo i fastidiosi ghiaioni ancora innevati, rientro lungo la noiosa pista forestale. Mandi a duç
  • 30/09/2018 Tornati a distanza di 3 anni sul Bivera e Clapsavon, come da relazione ma in senso orario. Ho notato che rispetto alla volta precedente, il sentiero che dalla forcella sale al Bivera, è più marcato e solcato, inoltre ci sono più ometti a segnalare, dopo l'iniziale e breve traverso, la prosecuzione verso l'alto. Agli sbiaditi bolli rossi se ne sono aggiunti di bianchi. Questa volta, siamo saliti per la ripida schiena, guidati da diversi ometti e tracce di passaggio, raccordandoci poi al sentiero classico, che abbiamo utilizzato per la discesa, essendo la schiena più esposta. La cresta affilata per salire al Clapsavon è sempre provvista di corda e rimango dell'idea che sia sempre meglio affrontarla in questo senso, sia per l'esposizione che per l'usura delle ginocchia. Le cime sono provviste di cassetta con libro firme, nel Bivera postato nell'agosto 2016, nel Clapsavon primavera del 2015, in ambedue ancora tanto spazio per scrivere, specialmente nel secondo. 30/06/18
  • 12/09/2018 Escursione fatta il 06-09-18 . Anche oggi si parte con tempo incerto, raggiunta C.ra Razzo dalla Val Pesarina, proseguiamo a piedi per 50 minuti fino a C.ra Chiansaveit. In terreno umidissimo e il sentiero terroso, non favorisce certo la salita, saliamo cercando di non infangarci troppo e soprattutto di non scivolare. Raggiunto Forc. Chiansaveit finalmente si cammina su roccia e sassi, a tratti la nebbia limita la visuale a pochi metri, saliamo silenziosi, decidiamo di arrivare fino alla cima del M. Clapsavon poi valuteremo in base al meteo. Il sentiero è in buone condizioni, le recenti piogge hanno lavato tutto e anche nei ghiaioni si sale bene. Raggiunta la cima, nebbia e ancora nebbia, copre praticamente tutto, non ci fermiamo e proseguiamo dandoci come prossimo obiettivo Forc. Bivera. Arrivati al punto più delicato dell’escursione, cioè il tratto di cresta, alcuni chicchi di grandine ci mettono un po' in apprensione ma decidiamo comunque di proseguire. Sono passati molti anni dall’ultima volta che siamo sati sul Clapsavon e Bivera e con grande stupore abbiamo trovato quasi tutto il tratto di cresta attrezzato con corda. Non mi piace sindacare come fanno molti se sia giusto o sbagliato attrezzare alcuni sentieri particolarmente impegnativi, però mi pare logico che ognuno in base alle proprie capacità può decidere se usufruirne o no. Dopo il tratto di cresta scendiamo a Forc. Bivera e considerato un leggero miglioramento del tempo, proseguiamo per il M. Bivera. Anche se non ce più il cartello di sentiero inagibile esposto molti anni fa, il percorso richiede sempre attenzione specialmente in discesa nei tratti esposti e ricoperti da ghiaino insidioso. Anche su questa cima ci fermiamo solo il tempo necessario per alcune foto e scendiamo per non farci sorprendere da un possibile temporale. Alla Forc. Bivera il largo sentiero perde velocemente quota, scendiamo velocemente mentre la nebbia è nuovamente fittissima, non si vede nulla otre i quattro/ cinque metri. Ad un tratto trovo un bivio che non ricordavo, ambedue i sentieri sono in buone condizioni e segnalati, quello di destra azzurro e bianco, quello di sinistra bianco e rosso, cosa facciamo? La traccia di sinistra sul navigatore è segnata in nero poi in breve dovrebbe ricongiungersi con il 212, optiamo per il puntinato nero e aiutati da numerosi ometti in breve ritorniamo sul sentiero 212. Dopo questa breve variante che consiglio a tutti, il sentiero sulla carta Tabacco diventa tratteggiato cioè più facile, effettivamente è così. Il nostro percorso a tratti sotto una fitta pioggerellina continua ancora per un lungo tratto fino alla C.ra Chiansavet dove finalmente ci fermiamo per una lunga pausa merenda. Il lungo rientro da C.ra Chiansavet a C.ra Razzo dopo una giornata così intensa è piuttosto noioso. Mandi
  • 06/08/2018 Il 05.08.2018 saliti da cas era chiansaveit alla cima del Clapsavon. Splendido panorama a 360� (Si vedono distintamente le Tre Cime di Lavaredo). Giro assolutamente consigliato, anche se la salita a Forcella Chiansaveit � da sconsigliare in periodi piovosi.
  • 30/08/2017 Dopo 4 anni rieccomi oggi ancora a percorrere questo anello. Allora le nuvole avevano compromesso la visuale, oggi no, ovvero solo nella tarda mattinata qualche piccolo sbuffetto qua e là smozzica qualche cima. Si soffre il caldo e solo in alto un po' di brezza fa rifiatare. Il percorso è perfetto. La corda del tratto a suo tempo oggetto di discussione, è lì a disposizione di chi cerchi maggior tranquillità. Non è il momento delle grandi fioriture ma alcune genziane ciliate fanno la loro figura. Sempre ottimo questo anello. Buine mont e mandi.
  • 19/06/2017 Escursione effettuata in data 18 giugno. Tempo splendido, spettacolo unico. Saliti prima sul Bivera e poi sul Clapsavon, sicuramente meno faticoso. Confermo il commento precedente di Renato, si sale solo da Sauris o da Pieve, da forcella Bivera al Bivera i soliti sfasciumi iniziali da fare con attenzione, da forcella Bivera al Clapsavon perfettamente attrezzati con corda i tratti più esposti e ripidi. Il panorama è indescrivibile, bisogna viverlo.
  • 11/06/2017 11-06-2017 A casera Razzo si arriva solo da Sauris essendo chiusa la strada 465 della Val Pesarina a partire dal Km.19.Escursione fatta in senso contrario a quella descritta da S.N.utilizzando il sentiero 212 fino alla forcella Bivera e da qui alla panoramica cimma.Fatta in salita la crestina che risale verso il Clapsavon attrezzata con alcuni tratti di corda nei punti più esposti.Da farsi comunque con attenzione e prudenza.Dalla cima del Clapsavon disceso con il sentiero 210 alla forcella Chiansaveit e da qui all'omonima casera per completare poi l'anello ritornando a casera Razzo.Escursione molto bella e appagante.Buona montagna a tutti.
  • 14/08/2016 Anello Bivera Clapsavon fatto il 13 agosto, in senso contrario rispetto alla relazione qui presente. Tratti in ombra lungo il ghiaione di salita, dove c'è ancora qualche piccola traccia di nevaietti. Dopo la cima del Bivera (piccolissima e strapiombante, libro di vetta con spazi esauriti) saliti al ClapSavon. Come da commenti precedenti, confermo la presenza di paletti con un doppio filo di corda lungo la stretta crestina, preparati per ausilio al Trail delle Orchidee. Restano le mie perplessità sul percorrere di corsa il tratto in questione.I vapori cominciano presto e sulla cima del Clap Savon aumentano lasciando solo pochi sprazzi di panorama, altrimenti eccezionale da quassù. Diversi escursionisti sulla spaziosa cima, molti di più a Chiansaveit e a casera Razzo. La frequentazione, come si sa, è inversamente proporzionale alla fatica...
  • 19/07/2016 percorso sabato 16/07. le corde per fortuna ci sono ancora.prima clapsavon poi bivera.fatto in 8 ore.sono fuori allenamento. però belissimo giro
  • 25/07/2015 Grazie Francesca, sei stata esaustiva e precisissima, complimenti. Buone Montagne.L.S.
  • 25/07/2015 Allego alcune foto del tratto di cresta tra forcella Bivera e monte Clapsavon, trovata attrezzata con corda il 19/07/15. Credo che il tratto in questione sia stato così predisposto per la corsa in montagna che si terrà domani 26/07, il percorso è stato contrassegnato come TDO ovvero Trail delle Orchidee (vedi sito omonimo). Si tratta di una corda ancorata a dei fittoni nella roccia per mezzo di moschettoni, per cui immagino che tale dispositivo verrà poi rimosso. Secondo me però sarebbe opportuno lasciarlo almeno nel tratto di crestina più esposto e delicato per la friabilità della roccia.
  • 25/07/2015 Attrezzata con corda ? Fatta meno di un mese fa e non c'era nessuna corda, hai fatto una foto del tratto in questione? Buone montagne!
  • 20/07/2015 Percorso ieri l'anello in compagnia, ma in senso inverso rispetto alla relazione SN, cioè prima Bivera poi Clapsavon, affrontando l'esposta crestina in salita (che ho trovato attrezzata con corda). Sicuramente per questo motivo mi è parsa più facile di quanto non sia in realtà, constatate la friabilità delle rocce e l'esposizione. Per quanto riguarda la salita al Bivera il sentiero all'inizio non si vede bene: consiglio di salire dieci metri sulla cresta direzione Clapsavon per vedere meglio lo sviluppo del sentiero. In pratica dalla forc. Bivera si percorre un breve traverso, quindi si obliqua verso l'alto, a sinistra rispetto al traverso (freccia nera per terra ripassata) cercando di seguire i bolli rossi alquanto sbiaditi, pochi metri sopra si ritrova il solco del sentiero che più comodamente (sempre con la dovuta attenzione) porta in cima. Ghiaioni e resto del percorso in ordine. Gita appagante e non troppo faticosa, considerata la quota 1739 di partenza, cosa di non poco conto data la calura di questi giorni.
  • 07/07/2015 Riparto coi caprioli che abbaiano alla luna che se ne va. Punto ad aggirare il Clapsavon a occidente. Il troi che porta al bivacco Francescutto è meno battuto. Un fiume di rugiada. Non digrada con costanza, caratterizzandosi invece per diversi saliscendi. Il verde è un intruso tra i colori. Un larice ha la base del tronco aperta a metà, probabilmente dal peso di un inverno. Ma non molla e continua a pender verso la vita con gli aghi appena rimessi a nuovo. La visuale s’apre verso il Pramaggiore poi, dopo il passo del diavolo, è tutto uno scansarsi di Botton d’oro. La muraglia fornese, all’alba, si riveste di seta, mentre le fiumane di ghiaia scendon come orli da quei merletti di dolomia. I prati antistanti il bivacco son fitti d’Arnica. Il monte Lagna divampa alle fiamme del mattino. Un orticello è curato come se vi dimorasse qualcuno. La parte aperta della è piuttosto piccola. E buia. Vi trova spazio un tavolo con panche nel locale dello spolert e nove brande. Di ches fatis su dome cun stofe e spali! L’ingrediente più importante, l’acqua, sgorga da una fonte all’esterno. In forcella riappare sua rosità, l’acronimo TDO. In breve raggiungo il Clapsavon. E’ accerchiato. A oriente un mare di nubi basso e denso, dall’altro lato uno più fine da cui spuntan Antelao e Pelmo. Mi godo disteso l’avanzar del giorno, ma con lui sale tutta la fumate delle valli. Non ho il tempo di d’inveire contro la nuvolaglia fantozziana che pare seguirmi. Sopra di me il cielo s’anima. Una porzione di esso. Osservo a pancia in sù una tela azzurra e splendente. Si staglia incorniciata dal bianco, diventando un crocevia di vaporosità. Spiritevoli e quasi trasparenti, rivoli di fumosità vi si agitano sopra. S’arricciano, crean forme per poi svanire, giungon da direzioni opposte per poi fuggire via. Si sfiorano, s’annusano, s’assaggiano, si carezzano come fossero le dita di quelle nuvolone. Qualcuna torna nei ranghi, altre cambian la cotonosa dimora! Un gioco continuo! Dopo più di un’ora di attesa e l’ennesimo caffé caldo, metto l’ottimismo in saccoccia e scendo la cresta. Salire il Bivera sarebbe come avvolgersi in un lenzuolo. Ma ci vado, figurinsi! Trovo i primi papaveri gialli. I ghiaioni sottostanti son zuppi di quegli spicchi di sole. Tanti sono ancora aranciati. Qualcuno si piega all’entusiasmo dei bombi che vi si avvinghiano con foga. Come fosse l’ultimo fiore su cui aggrapparsi! Più in basso inizian a fiorire le Armerie alpine. Assomigliano a dei Benjamin Button. Prima d’aprirsi son chiuse, come fiocchi di neve su di uno stelo. Han dei petali biancastri, screziati di rosa all’esterno. A toccarli son secchi, come se fossero alla fine del loro percorso, ma son solo dei cappotti d’occase. I petali, quelli veri, devono appena aprirsi e lasciar spazio a quelle tenui violacità che s’aprono l’una sopra l’altra. Quando il troi vira verso destra per scendere con decisione, delle splendide fioriture di Sulla alpina mi portano dalla parte opposta. Decido allora di prendere per i prati. Solito taglio tattico. Infatti poco dopo quei rivali bucolici iniziano a diventare un dedalo di alberi e arbusti, a riempirsi di schianti e, con mia sorpresa, a rivelare la profonda anima carsica del versante che dà a casera Chiansaveit. Busis, busis e inmò busis. Picjulis, boconis, platadis. Un’odissea che sembra non finire mai. Ogni metro è un malagevole arrancare. La fonte della casera mi rimette a nuovo. Mi fermo a parlare con l’onnipresente Oreste per poi imbastire il ritorno. Mi consiglia di non giungere a casera Mediana ma di tagliare per il costone boscoso fino a riprender la strada. Una volta lì lo vedo da vicino. Pa vuè, vonde tatiche! Seguo il troi appena marchiato dagli zoccoli delle mucche che iniziano a ripopolare i prati. Poi giù con calma, a volte pestando la carrareccia altre usufruendo delle deviazioni bovine nell’erba. L’ultima rampa è lì che aspetta di liberarmi dei liquidi in eccesso. Tutti.(01.07.2015)
  • 17/08/2014 Percorso oggi l'anello però al contrario...finalmente SOLE,giornata decisamente fredda per essere agosto!!Passeggiata di un oretta fino alla casera Chiansaveit per continuare col sentiero 212 che nel bosco di larici è assai fangoso.Nel tratto del ghiaione nessuna difficoltà se non nella pendenza dell'ultimo pezzetto col ghiaino molto mobile ;-)Arrivati alla forcella Bivera ci accoglie un bel venticello fresco fresco ed è arrivata qualche nuvoletta grigia.Partiamo subito per la cima del Bivera.Ci fermiamo solo il tempo di uno spuntino qualche foto e poi via(brr freddo).Arrivati di nuovo alla forcella decidiamo di salire anche al Clapsavon.Bello il tratto della crestina che secondo me meglio fatta in su che in giù! Bellissima anche questa cima.Nessuna difficoltà nella discesa solo prestare attenzione nel tratto prato bosco (sent.210) a non scivolare col sedere nel fango. Il ritorno lento a casera razzo.
  • 04/08/2014 Il 01 Agosto ho percorso l' anello, come descritto su S.Nat , da C.ra Razzo: dopo un scampagnata di un oretta circa lungo la carrareccia sono arrivato a C.ra Chiansaveit ( fine della passeggiata ), da ora in poi il sentiero 210 sale ripido in direzione di Forc.Chiansaveit e poi verso la cima del M.Clapsavon, dove ad accogliermi oltre alla croce, le nuvole basse che rendono la visibilità ridotta a 20-30 metri. Nella speranza di qualche schiarita, mi sono diretto lo stesso verso il M.Bivera passando per l'omonima Forcella , ma una volta arrivato in cima a quest'ultimo, oltre alla scarsa visibilità si sono aggiunte anche delle rade gocce di pioggia e così dopo aver firmato il libro, sono ridisceso velocemente fino alla Forcella per poi prendere il sent.212 fino a C.ra Chiansaveit dove una fitta pioggerellina mi ha accompagnato fino alla macchina. Note: Da C.ra Chiansaveit verso l'omonima Forcella il sent.210 ,ben segnalato sopratutto nel primo tratto dove sono presenti varie tracce create dalle mucche al pascolo che potrebbero far perdere la via , è ripido e scivoloso e con alcuni alberi caduti che si superano senza problemi. Dalla forcella alla cima del M.Clapsavon un nevaio residuo, attraversabile con l'aiuto dei bastoncini,copre il sentiero segnalato con alcuni bollini rosso sbiadito,bianco blu e alcuni omini di pietra. Scendendo da Forcella Bivera è ancora presente un grosso nevaio che interessa solo marginalmente il sentiero 212, dove forse i problemi maggiori di equilibrio li crea il ghiaione di pietre mobili (poveri scarponi!), e sono presenti altri alberi caduti nel tratto prima di arrivare a C.ra Chiansaveit, ma anche quest'ultimi si oltrepassano senza difficoltà.
  • 14/08/2013 Ho percorso il giro il 12 ago 2013 in 4 ore e 45', il panorama era un po' ostruito dalle nubi in lontananza. Peccato perché dalle due cime ci sarebbe una visuale fantastica. E' stata comunque una bella esperienza. Queste sono le montagne che amo. Non ho riscontrato difficoltà, fermo restando che è per EE. Saluti. Gianni
  • 12/08/2013 Rimandato e rimandato ma alla fine fatto anche questo come descritto su R11, bella giornata soleggiata ma temperatura più piacevole (una botta passare alle 14 dai 19° di casera Razzo ai 31° della pianura alle 16..). Il sentiero 210 da casera Chiansaveit è a tratti poco marcato e si sviluppa fra erbe alte fino quasi alla verde forcella Chiansaveit; da lì inizia, o meglio continua, la fatica per risalire il ghiaione grossolano che poi verso la cima cede il posto ad un sentiero più comodo, croce di vetta e scampanellata di rito. La discesa verso forcella Bivera è prudente ma tutto sommato me la facevo più difficile, sosta per fotografare una famigliola di nigritella miniata e poi risalita su sfasciumi e qualche placca fino alla cima del Bivera dove oltre alla croce scampanellata c’è anche il libro di vetta. Il ghiaione di discesa visto dall’alto fa impressione, ci sono delle persone in salita. Nuova discesa fino alla forcella e poi giù velocemente lungo dapprima un ghiaione che poi si inframmista a zolle e a terra poi improvvisamente il sentiero entra nel bosco e diventa ottimo, pulito, ben tenuto, a casera Chiansaveit banchetto in corso e mucche al pascolo. Lungo la pista fino a casera Razzo via vai di persone di ogni età.Odierno compagno di viaggio è Luca, ragazzo dal passo sicuro e lesto, buona compagnia che mi supporta nel tratto più delicato, grazie a lui percorso compiuto in 6 ore comprese soste per rifiatare, ammirare e fotografare, caffè di rito in una casera incredibilmente affollata.
  • 10/08/2013 Percorso il giro sabato 3 agosto salendo prima sul Bivera e poi sul Clap Savon percorrendo quindi il passaggio in cresta in salita che risulta più agevole rispetto la discesa. Nonostante la giornata si presentasse con un caldo massacrante ed il sole battente per tutto il percorso l'escursione è stata notevolmente appagante accompagnata alla fine dalla compagnia di Oreste in casera ed alla sua proverbiale ospitalità
  • 19/07/2013 Il lungo avvicinamento a casera Chiansaveit, sulla carta apparentemente monotono, oggi è una festa. I passi non si sentono e il corpo si muove per inerzia trascinato dagli occhi che, di fiore in fiore, si sciolgono in un intenso abbraccio di colori. La prima salita per quanto torrida, è facile e ben segnalata. L’arrivo sul Clapsavon è quasi lunare, tutt’intorno il bianco della fumata si nutre del paesaggio con una consistenza eterea che ben si sposa con l’ambiente. Poi, a tratti, il bianco si dissolve, lasciando apparire le cime vicine. La discesa per il crinale è suggestiva ma quanto mai bisognosa di attenzione (condivido a tal proposito le parole di Cjargnel che ben sintetizza una delle più importanti regole della montagna). Da un sottile intaglio, seguendo una carnica compagna d’avventure, io e il suo compagno prendiamo il canalone di sinistra segnato da bolli blu (la via giusta che segue la cresta, è invece identificata da bolli bianchi e blu). Come scritto nella relazione di SN.. meglio evitarlo, friabilità, pendenza e conformazione del terreno trasformano quei pochi metri in un quarto d’ora poco piacevole. Dopo l’erroneo passaggio, la risalita per il Bivera appare quasi rilassante. L’ambretta strisciante a dispetto del nome, fa sfoggia di esuberanti fioriture. La prolungata sosta sulla vetta dà il tempo al vento di abbandonar capricciosi nascondini e donarci un panorama stupendo. La discesa per il ghiaione è divertimento puro. Prima, una sicura “corsa” tra il fino pietrisco fa riposar le ginocchia (anche se sembra strano è un vero toccasana), poi la poca neve rimasta permette un’ultima sciata con gli scarponi. Il resto è ancora colore. Fino alla casera dove Oreste, un volontario degli alpini da poco in pensione, ci offre birra, caffé e ricordi e con loro le foto della casera sotto un’epica nevicata passata. Il luogo è curatissimo e il bivacco accogliente. Si rientra chiacchierando con i fiori e con una coppia incontrata nel cammino, accompagnata da Rei, stupendo e fiero dobermann.(17.07.2013)
  • 21/06/2013 Dopo qualche anno di assenza da queste due cime percorse ma separatamente, ieri 20/06/13 ho deciso per l'itinerario R11 come descritto anche per la curiosità di toccare con piede il famoso crinale oggetto di discussione. Detto che il metro di valutazione di Ivo&Sandra mi si confà esattamente e sempre, ho trovato qualche lingua di neve già poco dopo la F.lla Chiansaveit. La neve diventava poi abbondante e continua già da dove inizia la salita in traverso nella conca detritica che porta alla spalla ovest. Percorribilità un po' faticosa per leggero cedimento del manto ma senza grossi problemi. Sulla spalla sentiero pulito fino in cima. Visibilità minima per foschia sempre più fitta. Sul primo tratto di traversa in cima del Clapsavon verso il Bivera, percorso pulito per almeno 1mt. di larghezza dal ciglio, ma con muraglia sul fianco nord che in un paio di punti ho misurato in 2mt. Anche di seguito sempre assolutamente pulito. Il tratto incriminato, a mio parere, non merita più considerazione di quanto ottimamente riferito su R11. Anzi sarei anche un po' meno severo. Resta il fatto che ognuno ha il suo mt. di percezione del rischio e del punto in cui ciò si tramuta in paura. Se questo avviene è indispensabile fermarsi. Nessuno su una questione di sicurezza può ergersi a giudice se non di se stesso. Alla F.lla Bivera la risalita alla cima è pure libera da neve. Foschia persistente con rare gratificanti aperture verso il Pian delle Streghe e verso i dirupi a nord. Giunto nuovamente alla F.lla Bivera son sceso per il vallone nord abbondantemente colmo di neve fino e anche un po' oltre il caratteristico sperone che è posto sulla dx scendendo. Neve percorribile facilmente senza gran sprofondamento se non di una 15na di cm. Scompare all'altezza dei primi larici. Da lì tutto normale. Fioriture presenti in tutta la zona non innevata con prevalenza di potentilla, camedrio, e genziane, inizio fioritura a macchie contenute di rododendro. Non posso ignorare invece la deprecabile presenza di una quantità di resti bluastri di proietti da esercitazioni militari disseminati o raccolti a mucchietti che giudico oltre che un danno all'ambiente il risultato di una incivile esibizione di forza che giustamente esaspera i valligiani e dovrebbe sensibilizzare, sempre a mio parere, tutti noi.
  • 29/08/2012 Fatto oggi 29 agosto e rimarco quello già scritto nella relazione del sito, nel tratto tra la cima del Clap Savon e la forcella del Bivera fare attenzione a non seguire una traccia che scende verso sinistra (nord) per aggirare un risalto della cresta. Il problema è che anche in questa, chiamiamola variante, ci sono dei bolli azzurri ma il percorso è piuttosto pericoloso per la friabilità del terreno. Niente altro da aggiungere alla descrizione del percorso del sito.
  • 10/07/2012 Cavolo, stavo per scriverlo io....mi hai preceduto.....
  • 10/07/2012 Non mi pare giusto che il Clapsavon/Bivera goda la cattiva fama degli ultimi interventi. Ci sono stato domenica assieme ad un amico: il sentiero è esattamente come viene descritto nel sito e non presenta particolari difficoltà in nessuna sua parte, La cresta e la parte iniziale della salita al Bavera richiedono forse una maggiore attenzione, ma è quella che si richiede comunque quando si va in montagna.Per quanto riguarda il cavo, beh tanto vale installare un ascensore che porti direttamente in vetta dal fondovalle.Dalla sella può risultare più divertente tralasciare il percorso segnato per la cima del Bivera e proseguire diritti per zolle e quindi spostarsi verso destra fino a raggiungere il sentiero sotto la cima, percorrendolo nella parte finale.Ritornati alla sella abbiamo preso il 212 non nella direzione di Casera Chiansaveit, ma dalla parte opposta, compiendo quindi un lungo anello che comprende Casera/Ricovero Francescutto e Casera Mamojou, per raggiungere nuovamente Forcella Chiansaveit e quindi la Casera dello stesso nome e Casera Razzo. Si scopre l’altro aspetto dei due monti, più severo e selvaggio, con fioriture straordinarie. In alcuni punti, nei ghiaioni sotto il Bavera, i cuscini di Linaria e non ti scordar sembravano formare delle vere e proprie aiuole, come nei giardini di stile alpino tanto popolari nei parchi ottocenteschi.
  • 24/06/2012 Sono salito oggi sulla cima del (o della?) Bivera, partendo da Casera Razzo, ma, edotto anche da quello che hanno scritto in questi commenti coloro che mi hanno preceduto, non ho fatto l'intero anello per evitare il tratto esposto in cresta, tanto sul Clapsavon ero già stato nel settembre scorso. Purtroppo quando sono arrivato in cima, verso le 11.00, la foschia stava salendo e aveva già avvolto quasi tutte le cime circostanti, quindi quasi niente panorama, come mi era successo anche l'altra volta, quando ero salito sul Clapsavon. Toccherà allora tornare una terza volta, magari in autunno, sperando di avere più fortuna. Mauro.
  • 30/08/2011 Il mio vuole essere un vero e proprio grido di allarme, perchè, al dilà dell'esperienza propria, l'attraversamento della cresta tra il clapsavon e il bivera è davvero troppo pericoloso. Secondo me sarebbe utile un cavo d'acciaio al quale potersi assicurare. La conformazione della cresta è di roccia troppo friabile e rende insicuro ogni appiglio.Buona vita a tutti
  • 31/07/2011 Fatto oggi ma nel senso inverso rispetto a quello descritto. In questo modo il tratto esposto viene affrontato in salita e risulta essere più semplice. Prestare comunque la massima attenzione in questo tratto. Va prestata attenzione anche durante la salita al Bivera per la friabilità del terreno, che richiede passo fermo. Il giro completo è, comunque, per escursionisti esperti.
  • 11/10/2010 Buon giorno, ho avuto il piacere di fare questo bellissimo giro. Suggerisco grande attenzione a possibili sassi che possono cadere dall'alto nell'ultimo tratto per arrivare a forcella Bivera.Mi permetto di suggerire l'uso del casco in questo breve tratto.
  • 24/09/2009 Oltre all'esposizione la cresta richiede anche un passaggio di I sup. (per me) su terreno molto insidioso (qualche traccia di piccoli franamenti). Consigliabile aver già qualche esperienza di arrampicata.
  • 25/08/2008 3 agosto 2008Bel giro, confermo l'esposizione della cresta.
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