Avvicinamento
Da Gemona del Friuli si seguono le indicazioni per Trasaghis (s.s. 512) e quindi Alesso, raggiungendo il piccolo abitato situato allo sbocco del torrente Palar. Il punto di partenza della escursione si trova presso il piazzale della chiesa dove si può parcheggiare comodamente (m 206).
Descrizione
Dal piazzale ci si incammina lungo la strada che risale la valle del Palar, ma la si abbandona dopo pochi metri per imboccare a destra il sentiero che inizia a fianco di una abitazione (vecchio cartello CAI, segnavia 929, Cuel dal Mus). Si entra nel solco di un angusto rio che si abbandona quasi subito per uscire sulle balze rocciose poco a monte dell'abitato. Seguendo alcune indicazioni rosse ci si immette su un marcato sentiero che raggiunge ben presto un primo importante bivio sottolineato da due frecce rosse: qui prendiamo a destra (a sinistra inizia il sentiero per il
Cuel dal Mus) per raggiungere in pochi minuti un traliccio. Attenzione ora a lasciare a destra i segnavia rossi dell'Enel che proseguono in quota per tenersi invece a sinistra lungo la debole traccia che si inerpica a monte del traliccio. Nel primo tratto si rimonta a vista in una boscaglia intricata fino a trovare un paio di bolli rossi che confermano la direzione. Più in alto ci si ritrova su un sentiero più marcato che, in diagonale, va a raggiungere una costa. Sulla direzione indicata dai pochi bolli si risale ancora nella rada boscaglia fino ad affacciarsi sul vallone del rio Nembrineit. Il sentiero, ora più evidente ma ingombro di arbusti, taglia a mezza costa il fianco del vallone (qualche punto esposto) intersecando il rio poco sopra i 400 m di quota. Sul lato opposto ci si alza a piccole svolte seguendo una debole traccia che in breve si porta sul margine di quello che doveva essere un ampio prato inclinato (località
Pradas), ora completamente invaso dai
noccioli. Nascosti dalla boscaglia, in questa località sono presenti due stavoli che è possibile visitare. Tenendosi a sinistra si può arrivare allo stavolo a quota 503, per gran parte in rovina, mentre verso destra si trova lo stavolo quotato 507 m. Pochi metri oltre, ci si innesta su un sentierino che sale dal fondovalle e che va seguito a sinistra in salita fino al suo affacciarsi sul vallone del rio Garmoran. Qui il sentiero taglia un ripidissimo versante boscato intersecando poi due piccoli impluvi (i Teis). Più in alto, avvicinandosi alle pareti del
monte Faroppa, il sentiero si affianca ad un greto e lo segue per un tratto fino a raggiungere il piccolo ripiano dove è stato edificato lo
stavolo Garmoran (m 636) visitabile con breve deviazione. Il sentiero prosegue sul bordo del letto ancora per un breve tratto poi occorre fare attenzione ad individuare il punto in cui intersecare il greto per proseguire dall’altra parte. Anche qui la traccia non è molto visibile e servono intuito e tenacia per proseguire. Il nostro intento è ora quello di raggiungere la costa boscata che scende da
Cima Sompalis a cui si giunge tramite il ritrovato sentiero intersecando un ripido versante boscato. Sulla costa, i ruderi di un piccolo stavolo ci confermano che siamo nella giusta direzione. La traccia prosegue in salita lungo la costa per pochi metri fino a un gruppo di pini dove si riprende a traversare le ripide pendici della Cima Sompalis. Il sentiero è ora più marcato, ma passa sopra alti dirupi e richiede cautela in qualche punto sconnesso. Si giunge così al bivio con il sentiero che scende a destra verso Folchiar e che utilizzeremo per il rientro. Per il momento proseguiamo ancora in diagonale e poi con qualche svolta guadagnando infine il ripiano degli
stavoli Palas (m 850). Fino al 2009 il piccolo nucleo era sorvegliato da un grande
faggio che ora è stato abbattuto dagli elementi e anche gli edifici inesorabilmente stanno andando in rovina. Dopo essere ritornati sui propri passi si imbocca il sentiero per lo
stavolo Folchiar che in breve si affaccia su una vertiginosa costa, unico punto debole dell’impervio versante in cui ci troviamo. Una traccia, a tratti scavata nella roccia, scende a strette svolte sfruttando mirabilmente l'orografia del terreno. Seguendo radi bolli rossi si perde quota tra pini ed
eriche, portandosi progressivamente su terreno più agevole. Durante la discesa si faccia attenzione allo stavolo Folchiar che si nota bene più in basso poiché a quello dovremo puntare una volta arrivati a fondovalle. Giunti nei pressi di un greto si tralascia la traccia che prosegue la sua discesa a destra e ci si tiene invece a sinistra guadagnando anche il bel ripiano dello stavolo Folchiar (m 512, libro delle firme), ristrutturato ma chiuso. Da qui un comodo sentiero porta alla strada sterrata che sale dal
Lago di Cavazzo. La si imbocca a destra in discesa perdendo quota a larghe e panoramiche svolte. Prima di giungere alla sua conclusione, la si può abbandonare in favore di una scorciatoia che si stacca sulla destra. Con percorso piacevole il sentiero si trasforma in ampia mulattiera fino a sfociare su una strada sterrata che ci ricondurrà in pochi minuti ad Alesso passando per le case di Fontana.
Avvertenze
Il grado EE assegnato a questa escursione si deve principalmente alle difficoltà di orientamento che si incontrano all'inizio e poco dopo lo stavolo Garmoran.