Avvicinamento
Da Pontebba si risale la strada che conduce a Studena Alta oltrepassando il piccolo abitato ed anche la successiva frazione di Frattis. Subito dopo questa, ma prima di giungere ad Aupa, si imbocca sulla sinistra la rotabile asfaltata che si inoltra nel vallone di Gleris. La si percorre tutta fino al divieto di transito a quota 1124 (piccolo parcheggio, panca e tavolo, cartelli CAI).
Descrizione
Seguendo le indicazioni per la
forcella alta di Ponte di Muro si scende nel greto sottostante per risalire le ghiaie sulla direzione indicata da una serie di paletti di legno. Intersecata una pista sterrata, ci si alza lungo un pendio inerbito fino a giungere al suo vertice. I segni CAI ci conducono ora ad attraversare il greto principale, tra macigni e ghiaie grossolane che ben presto si esauriscono per lasciare il posto ad una vegetazione a bassi arbusti tra i quali spiccano le fioriture del
rododendro nano. Ci si destreggia salendo tra
mughi e bassi
larici, seguendo il corso di un piccolo greto o tenendosi sul suo bordo fino ad arrivare all'imbocco del canale che scende direttamente dalla
forcella alta di Ponte di Muro. Qui a destra è possibile salire alla forcella del Forame (cartelli CAI e scritte sulle rocce), ma noi invece ci teniamo a sinistra iniziando a rimontare il canale. Recenti bolli rossi ci guidano durante la risalita che avviene lungo un sentierino ripido e non sempre marcato, ma comunque privo di difficoltà. Nella parte alta il terreno si fa più erboso e su traccia migliore si guadagna l'intaglio di
forcella alta di Ponte di Muro (m 1613). Sulla forcella transita il CAI 429 che ci guiderà da qui in poi fino all'arrivo. Lo si imbocca a sinistra rimontando fino ad una spalla detritica a cui segue una rampa un poco esposta. Con una serie di svolte strette e ripide, superando anche qualche facile gradino roccioso, si guadagna il ripiano sommitale invaso dalla mugheta. Ben presto il sentiero aperto tra le ramaglie inizia a scendere, ma prima, ad un marcato tornante, con una brevissima deviazione è possibile raggiungere il punto più elevato della
Creta di Ponte di Muro (m 1674, ampio panorama). Ritornati al segnavia lo si segue nel suo perdere velocemente quota lungo un tracciato ripido e malagevole. Dopo avere perso più di un centinaio di metri giungiamo al punto in cui il sentiero inizia finalmente il suo traverso portandosi ad un aereo pulpito. Da questa posizione è ben visibile anche il proseguimento del nostro itinerario che da qui taglia in quota a mezza costa verso la successiva forcella. Dallo sperone si cala ancora brevemente per iniziare un traverso tra i
mughi e poi in una macchia di
faggio che anticipa l'arrivo alla radura sottostante la
forcella Bassa Ponte di Muro . Dal prato emergono resti di edifici: forse la casera Ponte di Muro (m 1481) oppure alloggiamenti militari. Quello che sicuramente risale alla Grande Guerra è la cucina con due fuochi che ancora si può notare tra l'erba. Alla forcella si trova anche il bivio col segnavia CAI 429a (attualmente dismesso) che scende verso il vallone del rio Ponte di Muro. Il 429 prosegue invece sul tracciato dell'originaria mulattiera, parzialmente invasa dalla vegetazione, che dopo pochi minuti oltrepassa le vestigia di alcuni edifici militari. All'uscita dalla faggeta si riprende a salire con pendenza marcata, a svolte tra i
mughi, giungendo ad un costone fortificato. Affacciandosi sul muro disgregato, sul quale hanno attecchito i
camedri, si possono notare, sul versante opposto, due grandi finestroni e una feritoia che evidentemente sorvegliavano l'altro lato della forcella. Poco distante si trova anche l'ingresso di una breve galleria con feritoia. Superato un punto franato, il largo sentiero esce su terreno più aperto, tra le classiche fioriture degli ambienti calcarei quali la
genziana di Clusius, lo
cneoro e la
globularia. Ci si ritrova così improvvisamente sulla cima ovest dei
Falcons (m 1693), separati dalla cima orientale da una forcelletta detritica. E' il punto migliore per la sosta prima di proseguire lungo la articolata cresta che si allontana verso nord.
La prosecuzione verso la
Slenza ovest rappresenta forse la parte più interessante del percorso con il sentiero che si alterna inizialmente sui due lati della cresta, sempre sottile e panoramica. In questo modo, superando anche alcuni brevi passaggi rovinati, si assecondano le diverse elevazioni della dorsale. Più avanti, dopo essere entrati in una macchia di
faggio e
larice, si piega decisamente a destra per iniziare la discesa verso la sella tra le due Slenze. Dopo qualche svolta ed un lungo traverso, il sentiero esce sulla aperta insellatura seguendone il filo (paletti) fino al versante opposto. Nel pascolo, oltre alla
genziana di Koch, troviamo una gran fioritura di
botton d'oro
,
sambucine e
veratri mentre la
genziana primaticcia fiorisce numerosa accanto alla stalla a cui si arriva in breve. Qui il segnavia 429 piega a sinistra entrando quasi subito in un disordinato bosco di conifere, cosparso di schianti e grandi macigni. Dopo un primo tratto in questo labirinto roccioso, il sentiero, ora più agevole, si sposta decisamente verso destra tagliando un ripido pendio boscato a faggio. Aggirato un costone, si intravedono sulla sinistra i primi resti delle opere a ridosso di quella che era la prima linea italiana ai tempi della Grande Guerra. Si scende ora sul ciglio di una costa affacciata sul rio San Rocco e poi a svolte ci si porta comodamente a ridosso delle case di Pramolina, dove il sentiero si trasforma in una mulattiera più larga. Sfiorata una casa nel bosco, si scende sui prati verso alcune abitazioni (m 936), la prima delle quali ha inglobato sul muro una targa militare. Qui si incontra anche la pista di servizio che sale dalla strada di Studena: la si segue a sinistra in discesa calando con una lunga serie di svolte a fianco di un torrente. Diverse targhe lungo la sterrata ricordano i reparti militari che hanno contribuito dai tempi del vallo littorio fino quasi ai nostri giorni a costruire e a seguire la manutenzione della strada. La nostra traversata ha termine al raggiungimento della strada asfaltata dove avremo predisposto il secondo automezzo.