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    Anello del monte Strabut da Tolmezzo
    Alpi Carniche
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    Anello del monte Strabut da Tolmezzo
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SentieriNatura
I percorsi di SentieriNaturaB21

Anello del monte Strabut da Tolmezzo

Avvicinamento

Entrando a Tolmezzo dalla vecchia strada provinciale n.125 che proviene da Amaro ci si porta verso il centro della città. Facendo attenzione alle indicazioni per la Torre Picotta si devia a destra su una via secondaria raggiungendo un ampio spazio dove la strada si esaurisce (m 320, comodo parcheggio).

Descrizione

Imboccare la strada lastricata in fondo al parcheggio, deviando subito a destra a costeggiare un muro di recinzione. Dove la stradicciola termina, in corrispondenza di un solco torrentizio con briglie in pietra, si prende a destra (segnavia CAI n.459, il ramo di sinistra sarà quello che utilizzeremo per la discesa). Si comincia quindi a salire lungo una mulattiera lastricata con gradini, superando alcuni terrazzamenti prativi che portano all'ampio spiazzo terminale di una strada asfaltata. La prosecuzione si trova sulla destra, alla fine del muretto di contenimento. Superato un traverso sulle praterie di Pra Castello, con bella vista sulla città di Tolmezzo, si entra in una pineta che si risale incontrando un paio di ancone la seconda delle quali dedicata alla Madonna della Pace con annessa area di sosta. Più avanti, ad una costa (m 560), ignorare il sentiero che sale sulla sinistra verso la località Precefic e proseguire dritti. Il bosco è formato qui da specie termofile quali il pino nero ed il carpino nero mentre tra gli arbusti si osserva la ginestra stellata, il ginepro, il corniolo e la poligala rossa. La lunga diagonale si interrompe in corrispondenza di una fascia rocciosa impraticabile ed allora il sentiero si impenna proseguendo per un canale incassato che va risalito a strette e ripide svolte fino ad uscire su uno spallone sulla destra. Ancora un tratto in salita e si rientra nuovamente nel solco del canale oltrepassandolo definitivamente tramite un breve ed aereo traverso. Su terreno ora più comodo si continua a salire fino ad arrivare ad un piccolo ripiano di conifere dove si nota un bivio segnalato da cartelli (m 950). Mentre il segnavia CAI 459 evita la vetta traversando sulla destra, noi invece imbocchiamo a sinistra la direzione per lo Strabut, risalendo ancora sul versante meridionale del monte. La pendenza si attenua solo poco prima dell'arrivo alla sommità, a cui si perviene dopo aver raggiunto la strada di servizio agli impianti. La cima (m 1104) è avara di spazi e visuali in quanto boscosa ed ingombra di antenne, installazioni e relativi recinti. Un cippo sul lato ovest della recinzione ENEL segnala quello che è probabilmente il punto di maggiore elevazione. I più tenaci possono costeggiare a destra la recinzione RAI e scendere lungo una traccia fino ad un piccolo impianto da dove si apre un discreto panorama sul fondovalle.
Per il ritorno si prosegue lungo la carrareccia che scende sulla dorsale settentrionale del monte in un bosco formato prevalentemente dal faggio. A quota 975 si ritrova a destra il segnavia CAI n.459 che può essere utilizzato per il rientro tramite lo stesso itinerario seguito in salita. Continuando invece a scendere per la strada, dopo poco si incontra a sinistra la prosecuzione del segnavia, segnalata sia sull'asfalto che su un albero. E' questo il sentiero che scende lungo lo scosceso versante occidentale del monte (scelta da evitare in presenza di neve o ghiaccio). Dopo una brevissima risalita, si cala nel bosco fino ad un piccolo ripiano invaso dagli schianti. Successivamente il sentiero riprende a risalire per evitare una zona dirupata passando sul suo ciglio superiore. Il traverso che segue richiede ancora grande attenzione a causa della ripidezza del versante, ma poi finalmente si guadagna terreno più stabile dove si inizia a perdere rapidamente quota. Raggiunto il bordo di un ulteriore ripido salto, il sentiero piega decisamente a sinistra. Un cartello segnala a destra la brevissima deviazione per la sommità della Pale da Pup (m 760), splendido punto panoramico affacciato a precipizio sulla valle del But (attenzione alla esposizione). Si riprende nuovamente a traversare alternando tratti di bosco con brevi lingue di ghiaia su un percorso che si fa sempre migliore. Il sottobosco di aprile ospita ancora fioriture di erba trinità, fior di stecco e anemone mentre i primi germogli della mercorella canina spuntano dalla lettiera. Nelle schiarite volano le precoci cedronelle assieme all'aurora e alla vanessa c-bianco. Nei punti sgombri da vegetazione la vista si apre sulle elevazioni dell'altro versante e il basso corso del torrente But. Tralasciate alcune diramazioni (tra cui la direttissima alla vetta), il segnavia si porta sul filo boscato di un suggestivo crinale con alti fusti di larice e abete rosso. La copertura arborea termina solo in prossimità della Torre Picotta (m 470, bella visuale su Tolmezzo), meta di una semplice passeggiata a pochi minuti dalla città. Dalla antica costruzione si riprende a scendere sulla sinistra utilizzando una mulattiera dal fondo lastricato. Superati un paio di tornanti, imboccare una evidente deviazione sulla destra che riporta esattamente al punto di partenza.


Questa descrizione e la relativa scheda di approfondimento sono disponibili nel volume I Sentieri del Bosco
Sentieri CAI
Escursione
Mese consigliato
Aprile
Carta Tabacco
013
Dislivello
800
Lunghezza Km
7,8
Altitudine min
320
Altitudine max
1104
Tempi
Dati aggiornati al
2014
I vostri commenti
  • 13/02/2022 La ripida salita porta alla cima senza indugi... di li' il panorama, anche se parzialmente nascosto, c'e', peccato per tutte le installazioni. La neve e' tutta sciolta, a parte alcune chiazze ghiacciate sulla cresta; il sole scalda a sufficienza in questa giornata di febbraio. La discesa e' un po' perigliosa... il sentiero indugia in saliscendi e poi improvvisamente strappa verso il basso; bisogna fare molta attenzione perche' sotto le foglie sono ancora presenti chiazze di ghiaccio e una scivolata puo' essere fatale. Dopo la Pale dal Pup si scende ancora un po' ripidamente, e all'arrivo alla Torretta finalmente il sentiero si calma un po'.
  • 02/01/2019 Percorso l’anello il 02/01/2019 come da relazione di SN, senza farmi mancare una breve deviazione lungo il sentiero Precefic (fino al punto panoramico). Dalla cima, segnalata da un cippo a ridosso di una recinzione, guidati da tabelle e bolli rossi, si cala fino al punto panoramico dove si trova il “Diario di vetta” (un grazie ad Alessandro Cella). La seconda parte dell’anello è più impegnativa e presenta alcuni tratti ripidi, che potrebbero risultare rischiosi con terreno bagnato o ghiacciato. Quasi tutto l’anello è ripulito da ramaglie e schianti, facilmente percorribile, con le dovute attenzioni dove si traversano i tratti più ripidi. Buone camminate a tutti. Bepi (Cividale).
  • 23/04/2018 Fatto ieri l'anello in senso antiorario in buona compagnia. Niente da aggiungere all'ottima descrizione di SN se non ribadire il consiglio di fare particolare attenzione alle zone in cui il sentiero è ricoperto da insidiose foglie secche e dove si restringe per i franamenti. Mauro.
  • 06/08/2016 Nice excursion today, August 6. The way is clearly marked and easy to find. The way is in good gondition except one short part on the way down (fallen trees, some small landslides). With some care it can be easily passed. Parts of the way are quite exposed. Despite yesterday's rainfall it was not slippery (except the last ascend to Strabut).
  • 29/11/2015 Giro compiuto domenica 29 novembre, come da indicazioni di SN. Giornata freddina, con un leggero vento e velature alte a coprire un po’ il sole. Il sentiero e tutti i bivi sono ora ottimamente segnalati con segnavia CAI e tabelle, non c’è più il rischio di smarrire la retta via! Dopo il lungo traverso iniziale che prende quota molto lentamente,il sentiero si fa improvvisamente ripido e non lascia quasi mai tregua fino in cima. Il percorso di ritorno, invece, alterna saliscendi, traversi, e ripide discese. Oggi – per fortuna – di neve e ghiaccio nemmeno l’ombra, ma la natura del terreno, il passaggio sopra a balze rocciose e soprattutto l’insidioso e spesso manto di foglie secche sul sentiero suggeriscono comunque prudenza in discesa. Tutto il percorso si svolge interamente nel bosco o boscaglia, di panorama se ne vede davvero pochino. Purtroppo avevo letto solo la descrizione sulla guida di SN e non le relazioni sul sito e così, una volta arrivati in cima, non siamo andati alla ricerca del punto panoramico citato da molti, ma ci siamo fermati alla croce di vetta, stretta in uno spazio veramente minimo tra il ciglio della montagna e una delle tante recinzioni. Non ci siamo invece persi le visuali dalla Pale dal Pup e dalla Torre Picotta. Con passo abbastanza tranquillo ci abbiamo impiegato 4 ore (2 a salire ed altrettante a scendere). Percorso non entusiasmante, ma comunque interessante. Con le fioriture primaverili probabilmente ha tutto un altro fascino!
  • 18/05/2015 Ciao a tutti! Io e alcune persone abbiamo pulito i sentieri CAI dello Strabut dalla maggior parte degli schianti, anche il sentiero che non porta sulla cima della montagna. Ora c'è anche il diario di vetta! Lo trovate nell'unico punto panoramico della vetta, seguendo il sentierino a lato destro delle recinzioni Rai (alla fine della strada).Aspettiamo le vostre firme!!
  • 23/04/2015 Saliti il 19/04/2015; abbiamo preferito non percorrere l’anello a causa del terreno reso a tratti scivoloso dalle piogge dei giorni precedenti. Grazie alla relazione di SN abbiamo potuto raggiungere il punto panoramico che rende più remunerativo questo itinerario.
  • 07/04/2015 Lo salgo quasi per caso in cerca di un itinerario che non distolga troppo dal proposito odierno, immergermi solo fin sotto le ginocchia nell’ondeggiar emozionale per dedicarmi al compagno di viaggio. L’umano avrebbe preso inevitabilmente il sopravvento e, le parole, colmato le modiche scenografie. Così scelgo lo Strabut. Sulla carta un borbottante Guriut, sgarbato e infastidito dall’uman insediarsi ai suoi piedi, poco appariscente e frastornato dai rumori. Un elmo prussiano emanator di onde, rinserrato nei suoi boschi. Circondato da gioielli eleganti e calpestato solo per qualche sgambata di allenamento. Juste parcè che a sta dongje. Quel troi che pensavo di calcare senza quasi degnar di sguardi mi blocca con le prime Vedovelle dei prati. Per me sono i Muppets! Bofonchiano allegre scuotendo quel ciuffone azzurro. Poco dopo arriva la pietraia, altro cambio inaspettato ed al di là, come accade di rado, la Poligala falso bosso mostra in sequenza la sua versione carnevalesca, un arlecchinaggio di rossi, gialli e aranci su veste bianca e quella appariscente, stile anni 70, con le orecchione rosa-violacee e il musetto d’un giallo acceso. La ripidezza aumenta e le chiacchiere fan fiato fino ad un faiâr su cui riposa a testa in giù una minuscola conchiglia. Conica, rimanda a quei piccoli tesori che emergevano tra le mani che passavano al setaccio la sabbia di Grado, rendendo l’obbligata domenica di mare, una gioia. Il guscio a spirale alterna colori che splendono al sole, Rosacei, poi un segmento bruno scuro e quindi le sezioni in madreperla. Sgarfate e Mezereum accompagnano in vetta. Volgendo le spalle alle energivore antenne godiamo del panorama, inaspettatamente generoso. La Mariane con la sorellina minore, quel lago che pare una lacrima poi tutta la dorsale che dal Piciat si unisce al Verzegnis con il cordone ombelicale di sella Chianzutan. Un fascio di luce punta tutta l’attenzione sul Pramaggiore, lasciando in mezz’ombra la cinta che custodisce la fiabesca Sauris. Il troi, sul versante ovest, si fa incomodo tra sassolini, fogliame e schianti vari. Forse sarebbe più agevole invertire il senso di percorrenza. La Pale dal Pup concede, in ultimo, una sbirciata in val di Bût. Per finire, ancora qualche Anemone, Petasiti d’entrambe le fogge e i miei primi Latiri, colti nel momento in cui l’esuberanza del germogliare si dona alla fragilità. Oggi le sorprese, naturalistiche come quelle umane, son apparse una ad una, dietro l’angolo a loro assegnato e l’ennesima lezione va ben oltre il rivalutare il buon nome d’una cimotta, raddrizzando un passo che nella vita spesso inciampa negli inghippi della superficialità o nel pregiudizio in buona fede, allestendo un’idea accozzata alla bell’e meglio, prontamente demolita da una realtà composta da tante, piccole schegge di colore e da impercettibili sfumature che, osservate pazientemente, svelan ben altri contorni.(06.04.2015)
  • 23/04/2014 23/04/2014-Ripercorso l'anello dello Strabut (un vero balcone su Tolmezzo)- Buono il periodo, con il bosco dai colori chiari di inizio primavera. Il sottobosco della salita è invaso dal latiro, ma ancor di più dai mughetti ancora con i bocciolini chiusi, che annaffiamo col sudore della sempre ripida salita (per gran parte all'ombra però). Le schiarite su Tolmezzo non sono molte, d'altronde è un giro di bosco, ma arrivati in cima, seguendo la recinzione Rai si arriva ad un punto veramente panoramico sulla cittadina e il Tagliamento. Grifoni in volo. Discesa intervallata da qualche schianto che interrompe il ben segnato sentiero. Da non perdere il pulpito panoramico della Pale del Pup. Buone se non ottime le segnalazioni CAI. Aggiornata completamente la relazione.
  • 07/03/2014 Oggi lo Strabut mi ha entusiasmata, ci ha entusiasmate, sputato qualche pallino causa mia mancanza di sufficiente allenamento, trovata neve dalla vallecola degli schianti, e anche parecchia, scomoda perché sprofondosa, per le caratteristiche del terreno inutili le ciaspe. Non possibile raggiungere lo spiazzo panoramico ma ci siamo ugualmente godute una sosta presso il traliccio dell’Enel, affrontata discesa ricaricate al massimo; neve lungo la pista e anche nel bosco per un lungo tratto. Massima concentrazione lungo il sentiero, neve, foglie e innumerevoli schianti vecchi e nuovi, qualche discussione con i rami che nei miei confronti sono usciti vincitori più di volte, e poi finalmente la Picotta, è fatta! Li al sole finalmente possiamo rilassarci, lungo la gradinata farferugine e primule fanno da contralto alla petasite bianca.
  • 17/11/2013 Percorso oggi 17/11/2013. Il sentiero ora è numerato e precisamente è il Cai n. 459 ed è ben tracciato e perfettamente segnalato sia in salita che in discesa e anche nella deviazione alla cima, senza quindi alcun problema di orientamento. Non ci sono più passaggi malagevoli (ripuliti o evitati) e il sentiero è sempre comodamente percorribile. In questa stagione gli alberi spogli rendono il percorso più panoramico, ma attenzione alla discesa nel ripido bosco dove il tappeto di foglie nasconde radici, sassi e un fondo scivoloso. Escursione non entusiasmante, ma sono contenta di aver fatto la conoscenza con questo monte per molto tempo passato a me inosservato perché il mio sguardo andava sempre “oltre”. Grazie.
  • 07/05/2013 04/05/2013 Io e il mio compagno abbiamo deciso di fare una passeggiata per scoprire per mio capriccio cosa c'è sulla cima della montagna che ormai mi fa compagnia nel paesaggio delle mie finestre di casa da ormai 24 anni. Prendiamo il sentiero che arriva alla torre Picotta per poi procedere sul 459 e camminare per circa 2 ore e mezza prima di conquistare la vetta. Fin qua tutto bene,il sentiero era da me inesperta di facile percorrenza,bella natura,mughetti e altri fiori appena sbocciati,tracce di animali selvatici,alberi di ogni tipo e volendo qua e là anche una bella vista dei paesi vicino. Però,con grande mio dispiacere,ho trovato alquanto scomodo e sgradevole il togliere dai miei pantaloni e da quelli del mio compagnio circa 30 zecche per poi terminare con l'estrarne altre 2 dal mio ginocchio!!! In risposta alla ragazza che aveva tanto sottolineato la loro assenza: quest'anno non è cosi!
  • 24/12/2012 Strabut un anno dopo. Approfittato della discreta giornata, leggera velatura a sfumare i colori, salendo prevale un pallido sole. All’inizio del sentiero lavori di pulizia, nei pressi della Madonna della Pace e lungo il sentiero vischio a terra, ne prendo un rametto, chissà…Oggi il percorso mi sembra infinito e faticoso, il ginocchio sinistro fa male, tengo duro fin poco oltre la deviazione a sinistra verso lo Strabut, da lì poca neve che non crea problemi; a quota 980 ca. decido a malincuore di ridiscendere, peccato. Un po’ di ghiaccio e qualche giorno di riposo dovrebbe bastare.
  • 27/04/2012 MONTE STRABUT. Finalmente, dopo anni di " lo farò - lo farò " oggi mi sono deciso di salire su questo monte. La collega escursionista Loredana, l'ha descritto come " salita normalmente faticosa "- Considerata la mia veneranda età e visto che oggi uscivo dopo 27 gg. di "ferma" , io levo il termine " normalmente" Non me ne voglia Loredana; è un giudizio personale. Comunque, monte non molto remunerativo a livello di panorami, ma quel poco che ho potuto vedere è meritevole di interesse. Secondo me, ogni monte va prima salito e poi giudicato. In ogni caso è sempre bella la diversa prospettiva in cui si vedono i monti, obbligandoti a fare quella che io chiamo " geografia visiva " , cioè riconoscere le varie cime e sapere in che zona spazia lo sguardo. Il sentiero è molto ben segnalato anche perchè è ora segnalato come sentiero cai n.459, anche se sulla carta Tabacco non risulta la sua numerazione. Condivido il parere che questo è il periodo migliore per godersi delle fioriture in atto. Unica nota un pò triste è l'invasione delle antenne in cima ( ma si sapeva) che con i loro recinti vari lasciano ben pochi spazi a disposizione degli escursionisti. Ho scoperto un bel terrazzamentoaltamente panoramico che guarda verso Varnas, Tolmezzo,cavazzo ecc.Arrivati al gruppo antenne della RAI , seguendo il recinto sulla dx , si scende di poco e si arriva ad una piazzola di un'antenna più piccola. Da li si gode un bel panorama.Buona vita a tutti
  • 21/04/2011 Escursione odierna; tutto l'anello è ben segnalato con segnavia ripasssati. In effetti la prosecuzione a dx all'inizio è di difficile individuazione, ci sono parecchie tracce, seguire la più evidente e dopo qualche decina di metri di trova un segnavia su un sasso a dx. Salita "normalmente" faticosa, ogni itinerario va affrontato con adeguata preparazione fisica e mentale. Bello e vario il sentiero del ritorno, qualche attenzione però al tappeto di foglie che ricopre il sentiero e lo rende insidioso. La deviazione a sx è ben evidente (segnavia Cai c/scritta Picote su un albero a sx). E' una bella escursione secondo me da farsi proprio in questo periodo che il bosco rianasce, belle fioriture di ginestre, i primi mughetti; infine, particolare da tenere in considerazione, è l'assenza di zecche. Buone camminateLoredana
  • 08/02/2007 Confermo quanto scritto da Alessandro aggiugnendo che in presenza di terreno gelato i tratti in alto sono davvero pericolosi.Orlando
  • 02/10/2003 Esiste anche la via direttissima faticosa ma bella quella indicata è più leggera ma la dorsale del monte ha una strada bianca lunga e noiosa. Sembra una montagna da poco in realtà va bene per tenersi allenati, si fa una discreta fatica ad arrivare in cima anche se in tre ore il giro può essere concluso e comunque in più punti ha passaggi da fare con attenzione psicologica più che tecnica.
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