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SELVAGGIO VARIOLA Stavolo Forcjete – Casera Frattina – Mulino di Stavoli

09-02-2019 15:46
daniele.moroldo daniele.moroldo
Ambiente isolato e selvaggio. Itinerario adatto ad escursionisti esperti e con un buon senso dell'orientamento in quanto la traccia non sempre risulta evidente.
Periodo consigliato: dall’autunno alla primavera (in inverno neve permettendo e facendo attenzione all’eventuale terreno gelato).
Dislivello m. 450 circa.
Tempo di percorrenza: ore 3:00/3:30.
Cartografia: Tabacco 1:25000 foglio 18. Le tracce lungo le quali si svolge l’escursione sono riportate sulle mappe OpenMTBmap.
Punto di partenza e arrivo: Campiolo Alto, in comune di Moggio Udinese.
Il sentiero scende tra le case a sinistra della curva (CAI 417). Si può lasciare l'auto in uno spiazzo poco oltre quest'ultima oppure nei pressi del bivio più a valle.
Si costeggia lungamente il torrente Glagnò sulla sinistra orografica e, oltrepassata una sorgente (“la gote da la mont di Palis”), ed una targa in pietra (bella dedica al Glagnò di Silvano Franz), si giunge al ponte di Pecòl dai Stâi, nei pressi della confluenza Glagnò-Variola. Appena oltrepassato il ponte lasciare il sentiero di Stavoli (CAI 417) per seguirne un altro, che verso sinistra si inoltra nello stretto vallone del Variola. Costeggiando il torrente sulla destra e superato un tratto attrezzato si entra nell'alveo che si segue brevemente. Nei pressi della confluenza col rio Ruvisan (poco oltre, presso una strettoia, si notano i resti di un vecchio ponte) si sale a sinistra lungo quest'ultimo per una cinquantina di metri. Seguire ora a destra un piccolo rio secondario per alcuni metri fino a trovare sulla destra la prosecuzione del sentiero. Questo sale obliquamente a destra e, con un traverso in direzione nord, raggiunge il diroccato stavolo di Forcjete (di pregevole fattura, all’interno si notano ancora i muri intonacati di bianco e le cornici delle finestre decorate). Dal soprastante cimotto si può ammirare dall'alto il vallone del Variola.
Ora dalla sella bisogna scendere sull'opposto versante ed entrare nel sottostante rio Frattina. Seguirlo per qualche metro in salita e spostarsi sul costone di destra. Una ripida traccia lo risale abbandonandolo a 430 metri di quota per traversare a destra fino ai resti della casera Frattina (535 m). Di fronte, sul versante opposto si vede la pittoresca borgata di Stavoli.
Si continua ancora traversando ad ovest per circa duecento metri. Bisogna fare attenzione a seguire la traccia giusta, che piega ancora a destra (nord) e scende con alcune svolte in direzione del sottostante torrente Variola raggiungendolo mediante una cengia discendente a sinistra.
L'ambiente qui è piuttosto suggestivo: di fronte le acque del rio del Molino con un salto a cascata si gettano nelle turchine pozze del Variola.
Sull'opposto versante, il sentiero sale verso destra fin sopra la cascata sopra menzionata e poi costeggia il rio del Molino fino a sbucare sul sentiero CAI 417 ad ovest di Stavoli. Il sentiero a tratti si confonde con le “piste” degli ungulati e risulta poco evidente; in un punto bisogna alzarsi un po' sul pendio a sinistra per poi continuare a costeggiare il rio. Superati i ruderi del vecchio mulino si segue il sentiero CAI 417 che, con una breve salita, conduce alla borgata di Stavoli. Oltre la grande piana scende con una interminabile teoria di gradini fino a ritornare alla confluenza Glagnò – Variola. Per il sentiero seguito all’andata si rientra a Campiolo. Sulla sponda opposta del torrente Glagnò, di fronte alla bella sorgente “la gote da la mont di Palis”, nascosti nel sottobosco si trovano i resti di una “cjalcinarie”, fornace per la produzione della calce. Al termine del pianoro poco più a nord della fornace un sentierino sale passando accanto ad un pulpito dal quale si può ammirare dall'alto la confluenza tra i torrenti Glagnò e Variola. Proseguendo il sentiero porta ai ruderi dello stavolo di Cueste Fari.
Nell'area soprastante i ruderi del mulino di Stavoli, ad est del monte Glubiton, si notano numerosissime fosse squadrate con i muri di pietra. All'interno si depositava la calce viva prodotta cuocendo le pietre calcaree, che veniva “spenta” versandovi sopra acqua. A valle del sentiero CAI 417, sul pendio a nord del monte Glubiton, si nota una canaletta in pietra: questa intercettava le acque meteoriche che venivano poi raccolte nella sottostante grande vasca.
Stavoli è un caratteristico paese di montagna raggiungibile solo a piedi. Ci si muove al suo interno attraverso un intricato dedalo di strette stradine lastricate. Ben tenuto e abitato, anche se non più stabilmente.
Variante delle Moggesse. Consigliabile variante a questa escursione: da Stavoli seguire il sentiero che verso nord –est scende al torrente Glagnò. Risalendo brevemente l’alveo si reperisce a destra sull’opposto versante la prosecuzione del sentiero che sale alle due Moggesse. Oltrepassata Moggessa di Qua lasciare la mulattiera che conduce all’omonima forca per imboccare un sentiero che scende a destra e dopo alcuni saliscendi scende decisamente riportando al torrente Glagnò subito a monte del ponte di Pecol dai Stâi. Guadato il torrente si arriva al sopracitato ponte nei pressi della confluenza Glagnò-Variola. Per questa variante, che si snoda lungo sentieri segnalati ed evidenti, aggiungere circa ore 1:30/2:00 e 200 metri di dislivello all’escursione proposta.

Allegato: PICT2394_VARIOLA_SOT_STAI.JPG
SELVAGGIO VARIOLA Stavolo Forcjete – Casera Frattina – Mulino di Stavoli
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09-02-2019 15:49
daniele.moroldo daniele.moroldo
Quel che resta dello stavolo Forcjete
Allegato: PICT2375_FORCJETE.JPG
Quel che resta dello stavolo Forcjete
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